L’angolo della satira
ARLECCHINI E “REGAZZETTI”
“Nave senza nocchiero in gran bordello” questo era ai tempi di Dante, ora non è più gran bordello ora questa serva Italia è una pazza zattera impantanata nelle sabbie mobili della prescrizione e si muoverà forse, novello Titanic, con l’appros simarsi del referendum :”Si salvi chi può!! “gridarono allora che non c’erano scialuppe per tutti; qui per salvare la poltrona invece il modo c’è: basta fare lo sgambetto al Conte.
Occorre però, che il popolo” regazzetto” non s’accorga dell’inghippo, appunto come “er regazzetto” dello stornello romano che un giorno” Vol sapè com’era nata la mamma ie arripete er ritonello/E’ a cicogna fijo che t’ha portato/; dice alla mamma però “er regazzetto” Co sta cicogna sei na lagna/Me sa che tu me canzoni/Oppure er babbo e te non siete boni/ecco nel nostro caso uno e l’altro.
Però qualcuno ha cominciato a far di conto, il cervello s’è messo in moto e partorisce un pensiero che gli toglie il sonno:” Se vince il “si” e 345 tra Deputati e Senatori sbaraccano io rischio alle prossime elezioni di non avere più dove posare le mie onorevoli natiche”.
Niente più cappio alla Camera e tutti a starnaz- zare:”Giustizialisti!!!!!”
E’ scattato il “Girella day”, buon vecchio Giusti non sei più tra noi; qui non hanno da dieci a dodici coccarde in tasca per ancora d’ogni burrasca “ma quanti” Arlecchini” pronti a canzonarci come tanti “regazzetti” romani; d’