ACCERTATA UNA BASE IMPONIBILE NON DICHIARATA PER OLTRE 850 MILIONI DI EURO. SCOPERTI 100 EVASORI TOTALI, COMPLETAMENTE SCONOSCIUTI AL FISCO.
APPALTI “TRUCCATI” PER OLTRE 66 MILIONI DI EURO. ACCERTATI DANNI ERARIALI PER CIRCA 85 MILIONI DI EURO.
SEQUESTRATE OLTRE 6,7 TONNELLATE DI STUPEFACENTI.
SOTTRATTI ALLA ‘NDRANGHETA 1,41 MILIARDI DI EURO TRA SEQUESTRI E CONFISCHE.
Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività della GdF contro i gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria.
LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI |
A contrasto di tali fenomeni sono stati condotti 1133 tra verifiche e controlli fiscali che hanno consentito di constatare una base imponibile sottratta a tassazione per oltre 850 milioni di euro ed iva evasa per circa 54 milioni di euro.
Interventi mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest’ultima, in ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
Una strategia di controllo che permette quindi di intervenire, a colpo sicuro, nei confronti dei responsabili delle grandi frodi fiscali e di chi, a scapito dei contribuenti onesti, non rispetta le regole alterando i meccanismi di leale concorrenza e di sano sviluppo del mercato.
Sono 100 gli evasori totali che hanno sottratto al fisco un imponibile di oltre 755 milioni di euro ed evaso IVA per circa 37 milioni di euro.
In materia di fiscalità internazionale è stata constatata una base imponibile non dichiarata per circa 625 milioni di euro.
313 sono i soggetti denunciati per reati fiscali, quali emissione o utilizzo di fatture false, dichiarazione fraudolenta, occultamento di documentazione contabile.
I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie ammontano a circa 105 milioni di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per oltre 272 milioni di euro. Tali misure sono finalizzate ad assicurare all’Erario l’effettivo recupero delle risorse indebitamente sottratte dai responsabili.
Nel contrasto allo sfruttamento della manodopera “irregolare” o “in nero”, 122 datori di lavoro sono stati verbalizzati per aver illecitamente impiegato 482 lavoratori in “nero” o “irregolari”.
Nel settore dei giochi e delle scommesse illegali, i 134 controlli eseguiti hanno consentito di rilevare 43 violazioni e sottoporre a sequestro 20 punti clandestini di raccolta scommesse, 40 apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento. Accertata una base imponibile UNICA non dichiarata per oltre 1 miliardo di euro ed un’imposta UNICA evasa per 50,7 milioni di euro.
Fortemente intensificate, infine, anche le indagini contro il commercio internazionale della fauna e della flora in via di estinzione, tutelate dalla Convenzione di Washington (c.d. C.l.T.ES.).
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE
DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA |
L’azione dei Finanzieri del Comando Provinciale Reggio Calabria contro gli illeciti in materia di spesa pubblica è stata finalizzata a individuare quelle condotte che, pregiudicando la legalità e la correttezza nella Pubblica Amministrazione, minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni. Il settore è strategico per il Paese: solo un equo impiego degli investimenti e dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa del tessuto economico nazionale.
È per questa ragione che il Corpo continua a rafforzare il proprio dispositivo di vigilanza, che si sviluppa lungo una duplice direttrice: il potenziamento delle unità operative territoriali dedicate allo specifico settore di servizio (da gennaio 2019 sono state infatti istituite 4 nuove Compagnie nell’ambito del Comando Provinciale) e l’intensificazione delle collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione, con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria, dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l’esborso complessivo dello Stato, come nel caso di trattamenti pensionistici e di invalidità non spettanti, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con positive ricadute in termini di sviluppo del Paese.
È in questo senso che vanno letti i risultati conseguiti nel settore nel periodo gennaio 2018-maggio 2019.
Sono 819 gli interventi svolti a tutela dei principali flussi di spesa pubblica, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale.
Le frodi scoperte dai Reparti in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 29 milioni di euro, mentre si attestano intorno ai 27 milioni di euro quelle nel comparto della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di persone denunciate complessivamente pari a 2.747.
Sul versante dei danni erariali sono state segnalate condotte illecite alla Magistratura contabile per circa 85 milioni di euro, a carico di 68 soggetti.
I controlli svolti in materia di prestazioni sociali agevolate e di indebita esenzione dal pagamento dei ticket sanitari hanno fatto emergere tassi di irregolarità pari, rispettivamente, al 56,6% e al 100%: nel caso dei ticket sanitari è stata sviluppata una specifica analisi di rischio in grado di evidenziare, ab origine, i nominativi di beneficiari caratterizzati da elevati indici di anomalia.
Passando al settore degli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari è stato pari a circa 66 milioni di euro; contestualmente, l’ammontare complessivo delle gare sottoposte a controllo si è attestato a circa 131 milioni di euro. Le persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri reati contro la Pubblica amministrazione sono state 123.
Un sicuro indice dell’efficienza dell’azione investigativa è rappresentato dai dati sui sequestri. Le determinazioni dell’Autorità giudiziaria, che ha accolto le proposte di sequestro avanzate dai Reparti del Corpo, rappresentano infatti la concreta misura della possibilità per lo Stato di vedere ristorati i danni causati dai fenomeni di illegalità, frode, malaffare e cattiva gestione scoperti dalla Guardia di Finanza.
Gli oltre 21 milioni di euro sottoposti a sequestro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell’efficacia delle misure intraprese e consentono, almeno in parte, di ristorare lo Stato dai fenomeni di malaffare e di cattiva amministrazione scoperti dalla Guardia di Finanza.
LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA |
E’ ormai un dato acquisito che la criminalità organizzata reggina, di gran lunga la più numerosa nel panorama regionale, operi in maniera unitaria sui più importanti processi decisionali del territorio e risulti fondata non più solo sulla forza di intimidazione delle armi, ma anche su un più cogente ruolo economico.
Il sempre più ampio interesse rivolto all’economia legale ha così determinato la progressiva acquisizione del controllo di ampi settori dell’economia, dall’esercizio dell’attività di impresa al commercio, dall’agricoltura al mercato dei beni e servizi.
L’enorme disponibilità di ricchezza (acquisita grazie al malaffare e, soprattutto, attraverso i redditizi traffici di droga) ha spinto le cosche ad investire direttamente nei trasporti, nelle cave, nella lavorazione del calcestruzzo, originando lo sviluppo delle cd “imprese a partecipazione mafiosa”, finanziate peraltro – in modo diretto ed indiretto – con capitali illeciti immessi nel circuito legale, al termine di complesse operazioni di riciclaggio.
Ma la ‘ndrangheta reggina è anche “contraente pubblico”: il mercato delle commesse pubbliche rappresenta, infatti, una fonte privilegiata di approvvigionamento di profitti illeciti per le cosche, così come di costante attualità è l’interesse dei clan verso l’acquisizione di lavori nell’ambito della realizzazione di servizi ed opere pubbliche.
L’infiltrazione ed il condizionamento dell’economia legale avviene inoltre anche attraverso l’imposizione dell’acquisto di beni e servizi da ditte o soggetti contigui alle consorterie, nonché dettando l’assunzione di accoliti e/o di individui vicini ai sodalizi insistenti sul territorio.
L’infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto economico riesce così a minare l’ordine pubblico economico ed i diritti fondamentali della libertà d’iniziativa economica privata e la tutela del risparmio. Impedisce lo sviluppo della libera concorrenza, svilisce ed azzera la realizzazione del libero mercato, annichilisce ogni possibilità di sviluppo economico, di creazione di posti di lavoro ed ostacola ogni prospettiva di accrescimento del benessere generale.
È allora necessario intervenire, sul piano repressivo, nell’arginare il potere delle cosche: non solo sul versante personale e soggettivo delle strutture criminali, ma anche e soprattutto sul lato della loro espressione economica e finanziaria.
L’impegno della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con riferimento ai risultati conseguiti in applicazione della normativa antimafia, nel periodo gennaio 2018-maggio 2019, si è materializzato nell’approfondimento e nella segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria di 990 posizione soggettive legate a reati di criminalità organizzata: nei confronti di 99, sono state disposte misure cautelari o di prevenzione personale.
Ammonta, invece, a circa 1,2 miliardi di euro il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposti all’Autorità Giudiziaria per il sequestro, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca operati hanno raggiunto, rispettivamente, la quota di 1,23 miliardi e 180 milioni di euro.
Tali misure ricomprendono l’esecuzione di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 381 milioni di euro e confische in via definitiva di beni per 180 milioni di euro, conseguenti allo svolgimento di 21 accertamenti nei confronti di soggetti connotati da c.d. “pericolosità economico-finanziaria”, ovvero coloro che per condotta e tenore di vita, possa ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi derivanti da ogni genere di attività delittuosa, in particolare di natura tributaria, societaria, fallimentare, ecc.
Al contempo, è avvertita l’esigenza di ricorrere in maniera sistematica e crescente alle alternative misure di prevenzione, individuate dal Codice Antimafia nell’amministrazione e nel controllo giudiziario di aziende infiltrate o condizionate dalla criminalità organizzata, tese al recupero delle condizioni di legalità ed al reinserimento nel mercato economico di queste realtà imprenditoriali.
Infine, continua incessantemente la collaborazione istituzionale con le Autorità Prefettizie, quale fulcro del sistema di prevenzione antimafia in ambito provinciale.
Complessivamente sono stati eseguiti quasi 700 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai Prefetti della Repubblica, riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
L’azione volta alla prevenzione e repressione del riciclaggio dei capitali illeciti per impedirne l’introduzione nel tessuto economico-finanziario sano del Paese, nonché per intercettare possibili pratiche di finanziamento del terrorismo, si è fondata e continuerà sempre più a basarsi in futuro, sul piano repressivo, nell’esecuzione di mirate indagini di polizia giudiziaria e sul piano preventivo, nell’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa antiriciclaggio.
Tali attività si sono concretizzate con la la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 33 persone per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio, 15 delle quali sono state arrestate. Il valore del riciclaggio accertato si è attestato intorno ai 18 milioni di euro, mentre sono stati effettuati sequestri su ordine della magistratura per circa 50 milioni di euro.
Sul fronte della prevenzione, il Reparti hanno proceduto all’analisi di 273 segnalazioni di operazioni sospette.
Per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento al terrorismo la Guardia di Finanza si muove lungo tre importanti direttrici, tese a valorizzare rispettivamente le informazioni acquisite nell’ambito delle attività preventive, delle indagini di polizia giudiziaria e nel corso del controllo economico del territorio.
In questo contesto assume grande rilievo il monitoraggio dei movimenti transfrontalieri di valuta, che può offrire utili spunti investigativi per l’avvio di più penetranti approfondimenti.
Sempre al fine di garantire la tutela della trasparenza e della legalità del sistema economicoimprenditoriale, ulteriore priorità del Corpo continuerà ad essere quella di reprimere i reati fallimentari, societari e bancari, nonché i fenomeni usurari e di abusivismo bancario e finanziario, per salvaguardare i risparmiatori da offerte di soluzioni d’investimento non sicure.
Con particolare riguardo al campo dei reati fallimentari, sono stati sequestrati beni per un valore pari ad oltre 13 milioni di euro, su un totale di patrimoni risultati distratti di circa 25 milioni di euro.
Nell’ambito dei reati societari, le attività svolte hanno consentito di denunciare 11 responsabili (di cui 4 tratti in arresto) e sequestrare beni per 12 milioni di euro.
In tema di sicurezza prodotti, di contrasto alla contraffazione e al falso made in ltaly e di lotta all’illecito sfruttamento economico delle opere protette dal diritto d’autore, i Reparti operativi hanno eseguito 79 interventi, sequestrando 353.770 prodotti industriali contraffatti, con falsa indicazione “made in ltaly” o non sicuri.
CONTROLLO DEL TERRITORIO E CONTRASTO AI TRAFFICI ILLECITI |
Il controllo del territorio, del mare e dello spazio aereo sovrastante per il contrasto ai traffici illeciti, è assicurato da un dispositivo d’intervento unitario, che integra tra loro le componenti territoriali, investigative, aeronavali e speciali del Corpo.
Ciò garantisce una sempre più penetrante ed incisiva azione di contrasto dei traffici di droga, uno dei principali settori illegali tramite i quali la ‘ndrangheta costituisce ed accumula i propri ingenti ed illeciti patrimoni: nel 2018 e nei primi cinque mesi del 2019, sono state infatti sequestrate complessivamente oltre 6,7 tonnellate di stupefacenti (di cui oltre 1 tonnellata di cocaina) e denunciati 74 soggetti (di questi 16 agli arresti).