Sono nato in un periodo difficile della storia italiana e molte persone come me sono cresciute sotto un regime che limitava le libertà. Essere nato nel 1937 significa aver vissuto anni cruciali durante il ventennio fascista, la Seconda guerra mondiale e, poi, la nascita della Repubblica Italiana.
Ma io che ne sapevo, ne avrei avuto consapevolezza solo molti anni dopo.
Tuttavia di quel periodo qualcosa ricordo con riferimento all’anno 1943, quando , sul finire, il fragore della guerra si fa sentire anche da noi.
Il ricordo di un treno esploso, le schegge nella villa comunale e la nostra casa che ospitava l’Ufficio Postale, vicino alla Stazione Ferroviaria, scoperchiata. Noi, nel frattempo, dato il pericolo della vicina ferrovia – obiettivo sensibile – ci eravamo trasferiti all’interno della Vallata San Pasquale. Ed eravamo li quando volavano sul nostro capo aerei presumibilmente di ricognizione per avvistare eventuali gruppi di tedeschi, ed eravamo certamente li quando aerei inglesi sorvolavano le nostre abitazioni per bombardare Bova. Siamo nel 1943. Noi al sentire il rombo degli aerei abbandonavamo le case e ci riparavamo in valloncelli lontani. Eravamo piccoli, io appena sei anni, mia sorella poco meno, ma ci rendevamo conto del pericolo che ci sovrastava se è vero, come è vero, che quando gli aerei erano sulla nostra verticale mio padre si accovacciava a fianco a noi, nei valloncelli dove ci riparavamo, come a proteggerci con il suo corpo, e io ricordo che, stringendomi a lui, lamentavo: “papà mio moriamo”. Flash di memoria indelebile
La consapevolezza della mancanza di libertà in quegli anni ha segnato molte generazioni, che hanno visto e vissuto il passaggio da un sistema oppressivo a una democrazia, grazie ai sacrifici e alle lotte di tanti uomini e donne.
Solo molti anni dopo avrei saputo in che mondo mi ero trovato, del ferro e del fuoco. Pare che tutti abbiano fatto a gara nel mostrare il loro volto feroce.
In Italia non c’era spazio per gli oppositori al regime fascista, per loro erano riservate persecuzioni, manganellate, purghe, confino, prigione, uccisioni. La lista è lunga, le vie e le piazze italiane che ricordano le vittime del fascismo lo stanno a testimoniare. Da Gramsci ai fratelli Rosselli. a don Minzoni, a Matteotti ecc. ecc, Alle violenze contro i singoli vanno aggiunte le numerosissime stragi; un apposito atlante ne elenca 46. Violenze reiterate anche fuori dai confini – Africa, Jugoslavia, Spagna – nelle conquiste che miravano alla ricostituzione del Grande Impero, come nell’antica Roma.
E che dire dei piani d’assalto al mondo di Hitler e delle stragi naziste aggiunte alle stragi in concorso cioè nazifasciste, del volto feroce di Stalin, delle bombe sganciate dall’aviazione degli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, della guerra civile spagnola con le bombe sganciate dalle aviazioni nazifasciste, in un giorno di mercato, sulla popolazione inerme, a Guernica, facendo credere che fossero stati i “rossi”, con la complicità colpevole della stampa dell’epoca, grande esempio di costruzione di fake news o di prostituzione al potere di turno..
Un anno orribile insomma. Ma non per me: ero nato per la felicità dei miei genitori
.