Roma – Rigenerazione per trasformare gli spazi abbandonati in nuovi luoghi di aggregazione e di crescita capaci di rispondere ai bisogni di chi abita i luoghi e ne vive la quotidianità. Questo l’obiettivo del progetto di rigenerazione urbana a San Lorenzo, tra i quartieri più simbolici e storici della città. Un progetto che stabilisca e sperimenti le regole per un nuovo patto tra indirizzo pubblico e investimenti privati. Una visione programmatica che pone al centro i suoi abitanti e le esigenze reali del territorio stabilendo le invarianti e aprendosi al confronto.

L’obiettivo è quindi trasformare i luoghi del quartiere a partire dal racconto che ne fanno tutti coloro che vivono la quotidianità, gli spazi, le attività recependo l’esigenza di assecondarne le vocazioni e i bisogni attuali.

Una visione che deve necessariamente partire dagli spazi abbandonati di via dei Lucani, oggi purtroppo nella memoria collettiva ricordati per la tragedia della giovane Desirèe. Un dramma che non deve più ripetersi.

Il programma di rigenerazione urbana punta quindi alla riqualificazione di un’area di circa 10mila mq, la cui proprietà è suddivisa tra 12 proprietari privati differenti, tra cui alcuni immobili sottoposti a pignoramento e affidati a custodi giudiziari, solo una parte minore, pari circa al 20% è di proprietà Comunale.

Il processo prenderà il via da una manifestazione di interesse aperta e non vincolante che coinvolga gruppi diversi composti da progettisti, investitori, stakeholders per avviare il programma di riqualificazione urbana del cosiddetto ambito B7.  Successivamente vi saranno tutti i passaggi necessari per arrivare a una delibera di adozione del programma di trasformazione dell’ambito con la Legge per la Rigenerazione urbana.

In questo percorso è prevista una prima fase di coinvolgimento del territorio con la consultazione online su piattaforma dedicata in cui saranno presentate le proposte pervenute nella loro descrizione tecnica e ci sarà la votazione delle stesse. Un’ulteriore occasione di confronto avverrà in un’assemblea pubblica.

 

Definito in questo modo l’insieme delle funzioni ammissibili l’iter prevede l’indizione del bando per il confronto concorrenziale, questa volta con offerte progettuali, economiche e gestionali vincolanti, da cui arrivare all’approvazione del progetto unitario definitivo.

Per la sindaca Virginia Raggi si tratta di un percorso impegnativo ma necessario per dimostrare ai cittadini, e soprattutto ai proprietari degli immobili fino ad oggi assenti, che il pubblico ha il dovere di esercitare il suo potere di programmazione e trasformazione del territorio, e non si ferma neanche di fronte a situazioni complesse come in questo caso in cui la proprietà è estremamente frammentata. Fino ad arrivare, nel caso di mancata risposta alla manifestazione di interesse volta ad accogliere proposte da parte dei privati, a dichiarare la pubblica utilità, destinando l’area a verde e servizi e sottoponendola al vincolo di esproprio. Un percorso, secondo la prima cittadina, che può essere visto come un prototipo anche per altre aree abbandonate di proprietà privata in città.