Un rischio calcolato di vaga iperbole ma la memoria sempre nitida del buon tempo che fu ci salverà ancora una volta….
Un’irrefrenabile subisso di ilarità, nondimeno senza intenti derisori,neppure alla lontana, sprizza con la medesima candida naturalezza appartenuta a gioiosi momenti ormai passati,nel rammentare certe parlate archeo-greche…
Giacché ci siamo, chiamiamole pure con il termine che si confà loro, ovvero grecanico , adusa lingua dei padri in questa parte calabro ionica un po’ più che altrove, che , all’epoca che andiamo ricreando,sbucava di soppiatto nelle conversazioni, quotidiane e non, ogni parola un peso di differente aroma speziato d’avite anime benevole,custodi come sempre di focolari ancestrali .
Trovato….
Ecco un angoletto nel giardino del nonno paterno,giusto fuori dal controllo dei grandi sempre pronti a impicciarsi di tutto,che noia!, scovate anche le corde adatte alla bisogna nel magazzino sul retro,ove il nonno,di quando in quando, si dilettava in un usuale,di quei tempi, “fai da te” ,insieme ad una larga e piatta, proprio lì in attesa, tavola di …. Bah…
Individuare d’acchito la varietà del legno era decisamente superiore alle loro limitate conoscenze in materia.
Dopotutto l’ampolloso obiettivo prevedeva ogni sforzo per portare a compimento la loro fausta impresa senza perdersi in particolari di cosiddetta scarsa rilevanza.
Cosicché,dopo avere scelto a occhio un bell’albero da frutto, in quattro e quattr’otto era stata montata…..omissis…cominciando da subito a dondolarsi, sempre meglio e sempre più in alto!
A quest’ora l’intero universo avrà indovinato …non c’è alcun dubbio…
Nel frattempo i due piccoli ribelli continuavano indisturbati a spassarsela, senza litigare sui turni per accomodarsi sulla tavola, nella mattina piena di sole primaverile con il chioccolio della fiumara a due passi dal muro di cinta…
La bambina si lasciava cullare,o dondolare,fa lo stesso,dalla eterna fantasia straripante, imbevuta di fiabe ricolme di fate e gnometti, lei stessa persuasa di volare con alucce da fatina dei fiori mentre il fratellino, dai gusti maggiormente prosaici si ingegnava in special modo a ricavare il massimo del divertimento senza altri pensieri!“ Beh?! Che succede qui? “
Voce del genitore tra perplessa e allarmata….
Incantesimo irrimediabilmente rotto….
“Come avete fatto a procurarvi gli arnesi per allestire questa secula-vocula, o forse si pronuncia pendula ,non ricordo bene…..”.
Era fatta…. l’espressione,a suo modo faceta, galleggiava libera intorno agli uditori ,per così dire , e però il primo a non esserne affatto lieto era proprio lui il genitore…
“Adesso chi li sente” ,questo il suo primo pensiero nei confronti dei figli…
Difatti,passato il primo sbalordimento per l’inattesa apparizione paterna, la reazione della figliolanza cittadina era stata, come prevedibile, alquanto ridanciana e insieme sconcertata…
“ Ma è una burla papà …davvero non puoi chiamare così l’altalena!
In special modo la bambina,luccichio birichino nello sguardo, propendeva per una decisa confutazione dall’alto dei suoi ancora così pochi anni di scuola….
“….non saprei come spiegare alla mia maestra…”
“ Se vuoi posso farlo io”….il papà,pur annaspando,cercava di recuperare autorità….
“Oh,no,rischieresti di pronunciare qualche altra parola come questa”!
“Intanto basta con le chiacchiere,badate a smontare la pend…..altalena”…
Si era fermato in tempo tra le risatine dei figli ,compreso il più piccolo, per quanto di temperamento più riservato, rispetto alla sorellina.
Adesso il genitore mostrava una certa preoccupazione…
“Tutto da soli?! Non lo crederò mai…
Chi vi ha aiutato a fissare bene le corde? Sapete pure che questo aggeggio può divenire pericoloso se usato senza le cautele necessarie….
“Ehm…. La maggiore aveva deciso bene di raccontare…”Abbiamo chiesto al vostro, ehm,
aiutante….
“Bravi tutti, senza chiedere permesso…dopo mi sentirà anche lui!”
Il suo fare era decisamente quello di un padre contrariato…meglio non contraddirlo al momento.
D’altronde,tra le fisse del genitore,come ben presto i figli avevano compreso, oltre a dover chiedere sempre l’assenso preventivo,in questo d’accordo con la moglie,altrettanto inflessibile sull’argomento, c’erano essenza di bergamotto,usata in modo taumaturgico, sovente a ragione, nonché…il linguaggio ereditato da…remoto…peraltro spesso fonte di allegre comiche in famiglia sia pure con un che di assenso /rispetto per la percepita dignità di lingua, al di là delle pur evidenti astruserie di pronuncia.
Riguardo alle attualissime emergenze ….altalena più che mai a vista e in tiro con il titolo!
Per il resto,inutile lambiccarsi troppo l’encefalo,altrimenti l’algoritmo di settore ,che ormai assume pose da soggetto in piena regola intellettiva, potrebbe aversela a male, paventando perfino l’ipotesi di subire concorrenza sleale…da parte del suo corrispettivo umano, al quale,date queste premesse, si consiglia benignamente di dialogare attraverso una delle tante , a scelta, piattaforme tutorial/digitali!
Con effetti irreali garantiti….
Intanto bisogna riconoscere che da un po’ di tempo a questa parte andare o dondolarsi sull’altalena,come si usa dire familiarmente nell’indicare tale innocuo spasso , di sicuro già praticato all’epoca delle iscrizioni rupestri, un po’ di sano umorismo non guasta mai, fino a tempi più consoni bucolico/romantici a seconda dell’umore,non è più un gioco da e per ragazzi, fors’anche ma non solo!
Esso parrebbe piuttosto divenuto di colpo,il dubbio è lecito,un banco di prova tra altalenanti posizioni, con meta finale il rientro tra quattro mura sempre meno accoglienti, che incrociano senza tregua e senza pudore ad ogni angolo di multi/social,dopo avere preventivamente inondato,invaso,sommerso i mezzi di comunicazione!
Indovinato…. sono tutti sinonimi che portano al medesimo capezzale di una informazione , più in affanno che mai,ispessita com’è da un pigia pigia di forniture ,magari di buona fattura e con le migliori intenzioni, su dati,pareri,quando richiesti,numeri, orari, colori con tanto di assembramento alla rinfusa, che un attimo prima assecondano nuove speranze verso l’alto e l’attimo dopo rispediscono gli umori del mondo conosciuto di nuovo raso terra….
Insomma ciò che si intende ,con una certa banalità d’insieme,l’oscillare andando/venendo, pressocché intraducibile o quasi, a livello sintattico, locuzione che viene incontro al momento giusto anch’essa ricavata da vetuste memorie di casa… leggi prima!
Ci sarebbe pur sempre una via d’uscita per ristabilire la giusta visuale ,usufruendo di quelle ancor valide quadrerie, ad esempio alcune davvero leggiadre ,direttamente in scena dal rococò, stipate di arcadiche damine alla Watteau che vanno in altalena sotto la spinta amorevole di galanti gentiluomini ,senza eccedere all’opposto con rappresentazioni di pessimo gusto notoriamente gozzaniano, ché a maneggiare troppo da vicino i Miti ,quelli autentici, senza la dovuta protezione,l’unica consentita, dell’affezione culturale, ci si perde in mille insulse rappresentazioni senza costrutto,talora ingenerose nei confronti del Personaggio che si va a scomodare…
Tale lo stravagante esibizionismo di Mas-altalene , sì,confermato,trattasi proprio di fogge che richiamano i gloriosi cimeli custoditi nel Vittoriale dannunziano ,nell’ambito di più o meno discutibili attrazioni da qualche tempo ideate in collaborazione con un parco divertimenti tra i più altolocati in Italia.
Il monocolo del Vate staziona di perenne inorridito di fronte a tanta vista…..ma questa è solo Storia: la Sua ,di riflesso anche nostra!
Mirella Violi