«Roberto Calderoli dovrebbe dimettersi, ora che la Corte costituzionale ha rilevato gravi profili di incostituzionalità nella legge sull’autonomia differenziata, su cui lo stesso ministro e la Lega avevano forzato la mano per brama elettorale, con l’avallo irresponsabile di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini, di Antonio Tajani e di tutti i parlamentari del centrodestra».

Lo dichiara il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, che sottolinea: «Per adesso è fallito il tentativo del centrodestra di cancellare l’unità del Paese.

Difatti, la Corte costituzionale ha stabilito anzitutto che le eventuali intese non possono estendersi a intere materie o a loro ambiti; che il Parlamento deve essere centrale anche per la determinazione dei LEP (livelli essenziali di prestazioni); che le Regioni con nuove forme di autonomia devono contribuire agli obiettivi di finanza pubblica; che i LEP non possono essere aggiornati con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

Soprattutto, la Corte ha cassato, nella sua interpretazione costituzionalmente orientata, la distinzione fra materie Lep e non Lep, fulcro del progetto separatista di Calderoli e dell’intera maggioranza, silente quanto incosciente». «La Consulta ha messo nero su bianco pesanti rilievi che, come Partito democratico, avevamo mosso in Parlamento.

Inutile che il presidente della Regione Calabria oggi provi a cambiare la realtà: Roberto Occhiuto ha fatto soltanto parole, quando, invece, aveva il preciso dovere – conclude Irto – di difendere con fatti concreti gli interessi dei calabresi e l’unità nazionale».


Autonomia differenziata, il gruppo del Pd in Consiglio regionale chiede lo stop definitivo. La Corte Costituzionale conferma tutte le nostre preoccupazioni: “Almeno adesso Occhiuto prenda posizione”

Il Gruppo del Pd in Consiglio regionale accoglie con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune disposizioni della legge n. 86 del 2024 sull’autonomia differenziata. Questa pronuncia rappresenta un’importante vittoria per chi, come noi, ha sempre sostenuto che l’autonomia differenziata, così come concepita, rischia di accentuare le disuguaglianze tra le regioni, penalizzando soprattutto il Sud e le aree più fragili del Paese.

“La Corte Costituzionale – prosegue la nota dei consiglieri dem – ha evidenziato che l’autonomia deve essere garantita nel rispetto dei principi fondamentali di unità della Repubblica, solidarietà tra le Regioni e uguaglianza dei cittadini. In particolare, sono state bocciate alcune norme che avrebbero permesso di modificare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) senza un’adeguata base legislativa, ma solo attraverso un Dpcm, e quelle che, con lo stesso sistema di delega, avrebbero consentito un sistema di fiscalità differenziata, rischiando di premiare le regioni più efficienti, penalizzando i territori in difficoltà, aggravando ulteriormente le disuguaglianze. Questa sentenza rappresenta una conferma dei rilievi che il Pd ha sollevato fin dall’inizio su questa legge, considerandola un pericolo per la coesione sociale e territoriale del nostro Paese e fortemente antimeridionalista, in perfetta sintonia con la linea della Lega e del governo di centrodestra. Il principio di autonomia non può e non deve trasformarsi in un elemento divisivo, che mette in secondo piano i diritti dei cittadini e le garanzie costituzionali”.

“La pronuncia della Corte – conclude il gruppo del Pd – deve aprire la strada a una seria riflessione politica: è necessario fermare questa scellerata riforma. Il nostro ringraziamento va alle Regioni che hanno inoltrato il ricorso davanti alla Corte, al contrario della Calabria di Occhiuto che ha deciso di obbedire ai comandi di Roma anche davanti a evidenti ripercussioni sui diritti fondamentali dei calabresi. Speriamo che almeno adesso il governatore prenda una posizione chiara, ferma e contraria rispetto alla secessione perseguita da Salvini”. 

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Da CS Ufficio Stampa PD Calabria Ennio Giordano