Rispetto alle contestazioni mosse da alcuni sindacati sulla scelta dell’amministrazione di destinare, alle persone in difficoltà, i risparmi dovuti alla mancata emissione dei buoni pasto non maturati, perché non dovuti come previsto dal vigente Regolamento dell’Ente, intervengono il vicesindaco Riccardo Mauro ed il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio: «L’applicazione dei vari Dpcm emanati dal Governo in materia di personale, ha prodotto per la Città Metropolitana un risparmio pari ad alcune migliaia di euro che abbiamo deciso di indirizzare all’acquisto di beni di prima necessità in favore delle tante persone che, oggi, versano in uno stato di estremo disagio dovuto all’emergenza Coronavirus. Il provvedimento è rivolto ai residenti nei diversi Comuni della Città Metropolitana, a uomini e donne in preda ad ansie e paure per aver perso il posto di lavoro o aver subito forti compromissioni alla propria attività professionale a causa della pandemia in atto».
«Le somme risparmiate – aggiungono – non sarebbero potute comunque andare ai nostri dipendenti per come previsto dal Regolamento dell’Ente e sarebbero, invece, finite in altre voci di spesa del bilancio che, nella giornata di ieri, abbiamo approvato in Consiglio. Infatti, il nostro regolamento, sul lavoro agile, nel pieno rispetto della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del primo giugno 2017, all’articolo 12 impedisce l’erogazione del buono pasto al dipendente in caso di lavoro espletato fra le mura domestiche, come sta avvenendo in queste settimane. Nulla, pertanto, è stato tolto ai dipendenti della Città Metropolitana. Detto regolamento è stato debitamente trasmesso alle organizzazioni sindacali ed è stato approvato prima dell’immane tragedia che ha travolto la nostra nazione».
«Detto questo – affermano ancora – è un po’ mortificante dovere rispondere a delle polemiche, mentre molti nostri concittadini metropolitani hanno difficoltà nel riuscire a dare da mangiare ai loro figli. Cogliamo l’occasione per ringraziare i tantissimi dipendenti che hanno apprezzato questa decisione e chiesto di muoverci proprio in tale direzione. In seguito, ci sarà comunque modo di chiarire gli aspetti tecnici della vicenda, ma sinceramente troviamo imbarazzante parlarne adesso, quando numerose famiglie non sono in grado di mettere un piatto caldo a tavola e la triste conta dei decessi ci ricordano quanto sia drammatico il diffondersi di questo tremendo virus».