L’attuale clima economico, conseguente alla pandemia da Covid-19, ha aggravato ulteriormente le già precarie condizioni economiche delle famiglie in difficoltà, in favore delle quali il Governo e le amministrazioni locali hanno riservato specifici aiuti e sussidi. Già in precedenza le famiglie bisognose hanno potuto accedere a particolari forme di assistenza, tra cui ad esempio l’assegnazione di alloggi popolari.
Risulta pertanto ancora più incredibile quanto successo nel piccolo paese aspromontano di Scido, ove i Carabinieri hanno scoperto una maxi truffa messa in atto da assegnatari di case popolari che, invece di occupare le abitazioni loro consegnate, le affittavano “in nero” ad altri soggetti, con il solo scopo di trarre un indebito guadagno e snaturando, pertanto, la ragione stessa dell’edilizia popolare.
A seguito di accertamenti avviati d’iniziativa dai militari dell’Arma nei confronti dei reali occupanti delle case popolari di proprietà dell’A.T.E.R.P. Calabria, insite in varie località del comune di Scido, che, sulla base di documentazione attestante lo stato d’indigenza, erano state messe a disposizione di famiglie bisognose, in ben 14 casi i carabinieri hanno scovato soggetti diversi dagli originari assegnatari, fino ad appurare con le successive verifiche, la diffusa e consolidata pratica illegale di subaffittare, la propria casa popolare in cambio di canoni di affitto in nero.
In tale quadro, ad esito delle risultanze investigative raccolte dai Carabinieri, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, sotto la direzione del Sostituto Procuratore dott. Salvatore Rossello, ha emesso l’informazione di conclusione delle indagini e di contestuale garanzia nei confronti di 14 imputati, ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di truffa, occupazione abusiva di edifici in concorso ed abusivismo edilizio.S
I truffatori, tutti residenti a Scido, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di falso ideologico e truffa.