Il leghista Michele Marcianò (eh già: anche alle nostre latitudini esiste chi si fregia d’essere padano di Calanna) si è svegliato dal torpore politico per informare la popolazione di un non meglio precisato finanziamento di 20 milioni di euro che il Viminale avrebbe riservato a 392 comuni calabresi. Con 50 mila euro a testa, dunque, gli enti locali territoriali, sempre secondo le stime del padano Marcianò, potrebbero risolvere questioni particolarmente delicate come la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e del proprio patrimonio in generale. Fumo negli occhi, insomma, prebende da vecchia politica gettate in pasto alla pubblica opinione quasi come a voler vendere il ghiaccio agli eschimesi. Ci dispiace per Marcianò, ma, evidentemente, gli anni passati fra i banchi del centrodestra al Comune di Reggio gli saranno pure tornati utili per imparare rodate tecniche da leghista imbonitore, ma non gli hanno lasciato la benché minima idea di come funzioni o debba funzionare la complessa macchina della pubblica amministrazione. Nel caso in cui si fosse perso qualche passaggio, gli ricordiamo che le vere misure di rilancio per i Comuni sono state i Patti per il sud ed il Bando periferie che il suo governo pentaleghista voleva irresponsabilmente cancellare. Ciò che serve agli enti locali, in questa fase storica difficile e complessa, è l’assunzione di nuove risorse per dare respiro all’economia combattendo l’atavico problema della disoccupazione. Lavoro, dunque, e non mance, prebende ed elemosine che di certo non risolvono i conflitti sociali ma si appalesano esclusivamente come inutili operazioni di marketing. Con 50 mila euro, i nostri Comuni farebbero poco o nulla. Discorso diverso, invece, se il buon Marcianò potesse fare da tramite col ministro Matteo Salvini, un amico che tanto stima e si onora di conoscere, chiedendogli di far restituire alla sua Lega i 49 milioni di euro che ha sottratto ai cittadini italiani. Questa sì, sarebbe cosa buona e giusta”.