In base alle ultime rilevazioni il contagio della Xylella che già ha provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciandosi dietro un panorama spettrale, dalla Puglia avanza inesorabilmente verso nord ad una velocità di più di 2 chilometri al mese. “La Calabria ad oggi – afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – è indenne e non c’è nessun contagio della Xyella, ma – aggiunge – occorre vigilare non sottovalutando nulla e monitorare attentamente e costantemente la situazione coinvolgendo Università, Carabinieri Forestali, Centro di ricerca per l’olivicoltura e l’industria olearia, Istituto Fitopatologico, ARSAC, Associazioni dei Produttori, Tecnici. Insomma, non bisogna – prosegue – commettere gli errori, avere incertezze e fare lo scaricabarile che dall’autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli ha fatto estendere la malattia senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio che ha avuto effetti disastrosi sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione. Per questo – aggiunge Aceto – propongo che la Regione istituisca immediatamente un Osservatorio operativo permanente che attraverso una strategia condivisa chiara, sia capace di scambiarsi informazioni, tenere sotto sorveglianza la situazione con la possibilità di prendere provvedimenti e cautele immediate atte ad evitare il pericolo di contagio e indicare specifiche tecniche di prevenzione”, ovvero misure fitosanitarie. Ricordiamo che oltre ai produttori sono interessati anche frantoiani e vivaisti. La Xylella fastidiosa – informa Coldiretti – è un batterio che non produce spore e non si diffonde nell’ambiente in maniera autonoma nè per contatto, nè per diffusione aerea, ma esclusivamente tramite insetti vettori e materiale di propagazione, quindi le uniche modalità di diffusione del batterio sono l’utilizzo di materiale di propagazione infetto e la trasmissione attraverso insetti vettori, che nutrendosi della linfa di piante infette acquisiscono il batterio e lo trasmettono ad altre piante. Occorre – continua – in questo frangente, oltre ad essere attenti al materiale di propagazione, fare attenzione alle lavorazioni, concimazioni, potatura e interventi fitosanitari. La Coldiretti ricorda che la Calabria dopo la Puglia è la seconda regione italiana (la terza in Europa) produttrice di olio con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari e 215milioni di piante, una produzione media annuale di olio in di circa 260mila tonnellate con quasi il 50% biologico e un impiego di manodopera di 15milioni di giornate lavorative.