Prima di emanare il presente comunicato abbiamo voluto attendere l’evolversi delle dichiarazioni elargite dai vari rappresentanti politici e dal presidente della Sacal in merito alle virtuose evoluzioni che l’aeroporto dello Stretto ha registrato da quando si è insediata la società a partecipazione pubblica con sede a Lamezia.
Ricordiamo infatti quando il 25 ottobre 2018 si titolò in pompa magna sui quotidiani che si era raggiunto per l’aeroporto dello Stretto un “accordo epocale” tra la Sacal e la compagnia aerea Ryanair, i cui voli (uno nazionale ed uno internazionale) sarebbero dovuti partire dal mese di aprile del corrente anno.
In un vortice euforico, tra gli applausi di molti cittadini, rappresentanti politici di ogni schieramento (e non solo) fino alle sedi ministeriali, hanno sentito il dovere di dire la propria e quindi si è dato giù a battere il ferro finché fosse caldo.
I cittadini, più confusi che consapevoli, non riuscivano a star al passo di chi fossero gli alti meriti, sull’incremento dei voli Alitalia, sulle nuove tratte della compagnia Blu Panorama, sulla ripresa del traffico passeggeri, sulle decine di milioni di euro pronti in cassa, molti hanno persino capito che fossero pronti i cantieri per le opere infrastrutturali e che l’aeroporto dello Stretto fosse già stato inserito tra gli scali strategici e internazionali.
Insomma la “tempesta perfetta” sembrava esser stata lasciata alle spalle, tanto che il Consiglio Metropolitano, con Delibera n. 82 del 22.11.2018, a differenza di quando nell’ottobre 2017 decise che non fosse opportuno investire nella Sacal per mancanza di garanzie finanziarie e statutarie, ha dato il via allo Schema di Convenzione avente ad oggetto la regolamentazione dei rapporti tra la Città Metropolitana e la
SACAL, alla quale ha seguito la determina dirigenziale Reg.Gen. 3170 del 13/12/2018 finalizzata ad impegnare la somma di € 24.400,00 (compreso IVA) necessaria per procedere agli atti consequenziali al protocollo d’intesa per l’affidamento della gestione di attività di marketing e comunicazione, anche attraverso la concessione di aree nella zona del sedime aeroportuale di Reggio Calabria;
In sintesi, attraverso il finanziamento alla Sacal di € 24.400,00 (sempre compreso IVA) al mese per tre anni e con un impegno totale di un milione e mezzo di euro sul piano marketing inserito in bilancio triennale, i cittadini di Reggio Calabria potranno beneficiare di taluni spazi della propria infrastruttura pubblica, concessa in gestione alla Sacal, per affiggere della pubblicità che ci ricordi da dove partiamo e dove ritorneremo.
Tralasciando ogni sorta di ironia, naturalmente per il totale delle somme impegnate saranno comprese altre attività di marketing virtuose che saranno analiticamente giustificate, contabilizzate ed accompagnate dagli obiettivi raggiunti.
Tornando quindi alle dichiarazioni di merito rilasciate negli ultimi mesi ed agli encomi conferiti al presidente della Sacal da parte dei rappresentanti politici di tutte le fazioni e grado, ci duole constatare che oggi i fatti riportano ben altri risultati.
Infatti, sul sito Assaeoporti, alla sezione statistiche, l’aeroporto dello Stretto ha chiuso l’anno 2018 con un traffico passeggeri pari a 358 mila (il più basso della storia tranne il 2004 quando lo scalo fu chiuso diversi mesi per lavori), oltre ciò, la compagnia Alitalia dai 3 voli giornalieri sullo scalo ha ridotto il suo operativo a due voli, sempre con comunicazioni dell’ultima ora.
La partenza ad aprile dei voli Ryanair purtroppo non avverrà, si dice ufficiosamente per problemi tecnici, ma non si sa neanche quando si potrà inaugurare il lieto evento, al contempo la compagnia blu panorama cerca di barcamenarsi fornendo un servizio ad intermittenza, probabilmente a causa dell’assenza di una programmazione concreta ed attendibile.
A tal proposito, va citato l’elemento più importante di tutta questa ingarbugliata vicenda, la causa di questa perenne incertezza sul futuro dello scalo, ossia la mancata pubblicazione del piano industriale Sacal.
Per chi ancora non ne fosse al corrente, dopo mesi che il Comitato pro aeroporto ne ribadisce l’importanza, ad oggi non è ancora possibile conoscere i contenuti degli atti programmatici della Sacal SpA (società a partecipazione pubblica e controllata, ai sensi del DLgs n 175/2016), ma ciò che appare più vergognoso è che nessun rappresentante istituzionale e politico di destra, sinistra, centro, giallo-verde o qualsivoglia colore, così come nessuna associazione di categoria, senta, fin oggi, il dovere di diffidare la Sacal in merito alla pubblicazione del piano industriale (tra l’altro revisionato in seguito al mandato verso la società terza PWC per un importo pari a €52.050,00 + IVA).
Come comitato di cittadini, si è provveduto ad effettuare l’accesso civico ai sensi del DLgs n 33/2013 ed in occasione di una conferenza pubblica il presidente del Comitato pro aeroporto ha persino chiesto al presidente della Sacal la disponibilità ad un dialogo sulla pubblicazione di questo atto fondamentale per la programmazione a lungo termine delle compagnie aeree e per i piani di investimento degli operatori economici.
Purtroppo il presidente della Sacal, a cui di certo non è stato chiesto l’estratto del proprio conto corrente ma un atto di interesse pubblico, ha risposto che provvederà alla pubblicazione solo se costretto da un provvedimento giudiziario.
Di fronte tale risposta, se nessun rappresentante crede che sia doveroso ricorrere al TAR, né il Ministro dei trasporti Toninelli ad oggi ha dato seguito agli impegni scritti presi col Comitato, risulta consequenziale dedurre che sia più facile per gli organi responsabili lasciar immutata questa condizione di incertezza piuttosto che attivarsi per la pubblicazione di tale atto al quale vanno necessariamente collegati i piani istituzionali di trasporto, del turismo , urbanistici e quanto serva per garantire la crescita integrata tra l’infrastruttura e l’area dello stretto.
Già perché, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, non ci si spende per la concessione di un volo politico verso la capitale ma per ottenere un reale piano di sviluppo per il territorio che impedisca la continua perdita di risorse pubbliche ai fini propagandistici.
Si conclude infatti osservando che, mentre ci si azzuffa puntualmente per accaparrarsi il merito di apparenti buone notizie, oggi, che i fatti sono ben distanti dalle promesse, si assiste al solito scaricabarile delle responsabilità tra i vari esponenti politici, tanto che alla fine la colpa non è di nessuno, anzi, secondo tale comportamento, gli unici colpevoli sono i cittadini che ancora credono alle promesse di un apparato amministrativo e politico che continua a perseguire gli interessi di pochi a discapito del benessere dell’intera collettività.