Compie ottantanove anni il pittore e scultore colombiano Fernando Botero il 19 aprile. In tale occasione il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si propone di rivolgere al celeberrimo artista un augurio affettuoso e colmo di ammirazione in quanto indiscusso talento tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea.
Le opere di Botero piacciono molto e risultano estremamente comunicative: ogni aspetto della vita umana assume una nota tenera e aggraziata attraverso i colori luminosi e intensi con cui ravviva forme umane o animali “paffutamente” soavi. Un mondo semplice immerso nella vita quotidiana, reso fiabesco da personaggi ora austeri, ora buffi, ma tutti caratterizzati da una certa pinguedine, ne popola le tele, mentre volumetriche “incarnazioni” ieratiche si ergono dai vari piedistalli scultorei sparsi in tutto il mondo.
Botero è un particolarmente importante perché per primo propose modelli estetici in controtendenza con i parametri vigenti, finendo addirittura per essere quasi ignorato dalla grande critica proprio perché non incline a standardizzarsi; pare che la sua “ossessione per le donne grasse” non fosse arte. Invece la ricerca di codici, linguaggi, segni differenti lo è. In fondo è stato tra i primi, appunto, a rendere “iconico” il corpo tondeggiante, prima che si affermasse l’importanza delle diversità fisiche contro ogni forma di omologazione.
Botero ha anche dedicato i suoi progetti alla difesa dei diritti umani; qualche anno fa ha realizzato una serie di dipinti, molto lontani dalle solite ambientazioni pacifiche e luminose, incentrati sugli orrori della detenzione ad Abu Graib: qui i suoi personaggi corpulenti non danzano o guardano innocuamente la realtà circostante, ma subiscono o compiono atti di violenza terribile: in pratica un vero J’accuse contro l’uso della tortura nel carcere.
Il CNDDU propone una sorta di Botero day durante il quale, per omaggiare l’artista cileno seguendone le orme, gli studenti, guidati dai propri docenti di Storia dell’arte, rappresentino la loro realtà in chiave volumetrica. Giunga al maestro, insieme ai nostri rinnovati auguri, la nostra riconoscenza per aver veicolato le tematiche umanitarie attraverso i suoi potenti mezzi espressivi, dimostrando ancora una volta quanto la cultura possa difendere il valore della verità.
prof. Romano Pesavento