In un telegramma a firma del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, Papa Francesco esprime la sua profonda partecipazione ai familiari delle vittime e a tutto il popolo austriaco. Il Pontefice, oltre a manifestare vicinanza ai feriti e a pregare per la loro pronta guarigione, affida le vittime alla misericordia di Dio. Ed implora il Signore, affinché cessino violenza e odio e venga promossa la convivenza pacifica nella società.
Solo l’amore spegne l’odio
Il Papa manifesta il proprio dolore anche su tweet attraverso l’account @Pontifex: “Esprimo dolore e sgomento – scrive Francesco – per l’attacco terroristico a Vienna e prego per le vittime e i loro familiari. Basta con la violenza! Costruiamo insieme pace e fraternità. Solo l’amore spegne l’odio”. L’attentato compiuto ieri sera a Vienna è costato la vita a sei persone, tra cui l’attentatore. Sale poi a 22 il numero di feriti che si trovano attualmente ricoverati negli ospedali viennesi. Sei sono gravi. Lo ha riferito il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer, aggiungendo che proseguono le indagini. Il ministro dell’Interno ha anche reso noto che “sono stati eseguiti 14 fermi temporanei”.
Attentato a Vienna: fermate 14 persone, si esclude un secondo attentatore
La polizia austriaca ha fermato 14 persone per l’attacco armato che ieri sera a Vienna ha causato quattro morti e ventidue feriti, sei dei quali ricoverati in gravi condizioni. Gli inquirenti hanno setacciato oltre ventimila video girati durante l’attentato e sembrerebbe da escludere la presenza di un altro attentatore oltre a quello già ucciso ieri sera dalle forze dell’ordine.
L’attentatore ucciso voleva raggiungere la Siria
L’attacco è cominciato intorno alle 20 di ieri sera. I primi spari si sono sentiti nei pressi della sinagoga Staddttempel e poi sono state colpite altre cinque zone. L’attentatore ucciso, ha rivelato il ministro dell’Interno Karl Nehammer ha rivelato essere un simpatizzante dello Stato Islamico. Si trattava di un ventenne, con doppia cittadinanza austriaca e della Macedonia del Nord, equipaggiato con una finta cintura esplosiva, un’arma lunga automatica, una pistola ed un machete. L’uomo era noto ai servizi di sicurezza perchè era uno dei novanta islamisti austriaci che avevano cercato di raggiungere la Siria per combattere a fianco dei jihadisti ed era uscito dal carcere un anno fa.