La chiusura delle scuole, decretata in 156 Stati, ha provocato l’interruzione dell’istruzione per oltre l’80% degli studenti del mondo.
«Le scuole nella maggior parte dei paesi nel mondo sono chiuse. È una situazione senza precedenti e se non agiamo insieme adesso per proteggere l’istruzione dei bambini, le società e le economie ne sentiranno le conseguenze per tanto tempo dopo aver sconfitto il COVID-19.
Nelle comunità più vulnerabili, l’impatto si ripercuoterà per generazioni» afferma Robert Jenkins, a capo dei programmi dell’UNICEF per l’istruzione.
«Sulla base della nostra esperienza con la chiusura delle scuole in risposta all’epidemia di Ebola, più a lungo i bambini sono lontani dalle scuole, meno probabilità hanno di ritornarvi.
Offrire ai bambini modi alternativi per studiare e per ricostruire una quotidianità è parte cruciale della nostra azione.»
Di importanza fondamentale quindi in questo periodo la didattica a distanza (DAD).
La situazione in Italia
La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha scritto una lettera aperta al personale della scuola (dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, docenti, personale educativo, collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi), agli studenti e alle lorofamiglie.
“Stiamo affrontando una stagione eccezionale, un’emergenza senza precedenti. I problemi non mancano, ma li stiamo affrontando. Tutti insieme.
Una nuova comunità educante nascerà da questa esperienza, con una ritrovata capacità di far bene e potrà stringersi attorno alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi mentre la campanella li chiamerà a tornare in classe”.
Così l’On. Lucia Azzolina, docente laureata in filosofia e in giurisprudenza, a corredo della Lettera inviata a tutta la comunità scolastica.
«In Italia oltre 8 milioni di bambini in questo momento non stanno frequentando la scuola primaria e secondaria. I nostri cittadini più giovani rischiano di scontare sul lungo periodo gli effetti socio-economici di questa crisi» dichiara il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.