Le previsioni di crescita dimezzate, la frenata dell’industria, la corsa alle nazionalizzazioni, il crollo dell’export, il fallimento dei progetti di maxi-fusioni. E poi: le crescenti difficoltà del settore bancario, l’ascesa dell’estrema destra, la competizione con la Cina, le tensioni con gli Stati Uniti su commercio, spese militari, approvvigionamento energetico e la grande sfida tecnologica del 5G. Da qualsiasi punto ci si metta ad osservarla – geopolitico, industriale, finanziario, sociale o economico – quella che da Berlino si impone su tutti gli Stati europei è una grande questione: la “questione tedesca”, come solo pochi giorni fa l’autorevole rivista statunitense Foreign Affairs titolava un lungo articolo in cui sono messi in discussione gli equilibri geopolitici ereditati dalla Seconda Guerra Mondiale.