Gli studiosi della grecità nell’odonomastIca di Bova Marina.

PREMESSA

SI PRECISA CHE LE DENOMINAZIONI CHE SEGUONO SONO UNA PARTE DELLE CIRCA 90 TABELLE CHE ATTENDONO DI ESSERE COLLOCATE SUI MURI GIA’ DAL 2011 QUANDO, CON L’APPROVAZIONE A TUTTI I LIVELLI ISTITUZIONALI, FURONO PROPOSTE DA APPOSITA COMMISSIONE VOLUTA DALL’AMMINISTRAZIONE PRO TEMPORE SQUILLACI.

LE 25 TABELLE COLLOCATE RECENTEMENTE, TRANNE TRE FATTE PROPRIE, RIENTRANO NELLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE NOMINATA DALLA RECENTE AMMINISTRAZIONE.

Si precisa che l’operazione odonomatica, impropriamente e diffusamente etichettata come toponomastica, operazione ancora incompiuta, ha avuto inizio negli anni ’90, più di trent’anni orsono (!) con la seguente cronologia:

Anni ’90 – Viene incaricata la Cooperatiova Edil Brutia di elaborare un piano per sopperire alla mancanza di moltissime vie. Le vie vengono denominate e le tabelle affisse. Tuttavia non c’è traccia di delibere istituzionali: Giunta, Prefettura. Di conseguenza le nuove denominazioni non vengono acquisite dall’anagrafe del Comune.

2011– Passano una ventina d’anni, il paese cresce, appaiono nuove vie. L’Amministrazione Squillace nomina una Commissione per riprendere il discorso denominazioni. La Commissione è così composta: presidente Caterina Autelitano, segretario Giovanni Plutino resp. Anagrafe, Giovanna Briguglio, Pietro Borrello, Elio Cotronei, Giuseppe Tuscano, Santo Scialabba, Annunziato Squillaci; collaborazione: Salvatore Dieni, Filippo Altomonte. La Commissione ritiene di fare proprio quanto fatto dalla precedente Commissione, completa il quadro odonomastico non lasciando niente di inesplorato e proponendo denominazioni omogenee nelle stessa area quando possibile. Il piano con centinaia di vie aggiunte a quelle storicamente preesistenti e comprendente anche quelle degli anni ’90, vien fatto approvare a tutti i livelli istituzionali. Del. n.2 G.M. 3.02.2011; Decr. Aut. Prefettura RC del 27.09.2011; in aggiunta Del. C.C. n.30 del 20.10. 2011 (questa non prevista salla norme). Si conclude l’Amministrazione, questa volta l’ufficialità c’è ma mancano le tabelle stradali e la registrazione all’Anagrafe. Siamo fermi.

2023-2924 Risveglio di attenzione. Questa volta è l’Amministrazione Zavettieri. Nuove esigenze non soddisfatte precedentemente per mancanza di condizioni ad esempio dieci anni dalla morte, nuove sensibilità, nuove denominazioni difficili risultando pochissime le vie libere.

La seconda Commissione nel 2021: Presidente: Saverio Zavettieri , Consigliere Silvio Cacciatore, i proff Pasquale Casile, Salvatore Dieni,  Pasquale Amato; il prof. Elio Cotronei, integrato in qualità di consulente avendo maturato una pregressa esperienza e approfondito la situazione nel 2011.

Ne vengono fuori venticinque tabelle, collocate, con denominazioni nuove e solo in parte già date precedentemente. Questa volta le tabelle vengono messe, le denominazioni vengono approvate, ma … rimangono fuori almeno un novantina di tabelle da apporre e manca ancora – ahimé! – la registrazione all’anagrafe possibile dopo che siano state espletate alcune funzioni precedenti: collocazione delle tabelle, adeguamento dei numeri civici, censimento dei cittadini ivi residenti. Pare che sia stata prevista una somma allo scopo e l’incarico ad una organizzazione esterna competente in merito, non potendosi espletare tale compito oneroso e specialistico con le risorse umane dell’apparato burocratico esistente. La situazione, che non registra alcuni piccoli perfezionamenti successivi, la trverete al link

I link di tutti gli articoli apparsi che danno un quadro esaustivo, li troverete in fondo all’articolo (1)

Aspettiamo, in Calabria, si sa, il tempo ha un orologio a parte, le lancette girano più lentamente. Intanto l’Amministrazione, ancora una volta, è cambiata.

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GLI STUDIOSI

Il periodo magno greco prima (Magna Graecia è la denominazione latina dell’area di cui facciamo parte), il periodo bizantino dopo, per ben cinque secoli (VI-XI secolo), non potevano risultare indifferenti,  In tanti modi hanno plasmato il nostro popolo, nei costumi e nella lingua.

La testimonianza più probante viene dall’onomastica, dall’odonomastica e dalla toponomastica di derivazione greca, viene dallo stesso dialetto che risente di quell’influsso.

Il mondo greco ha influenzato l’intera cultura occidentale, parliamo greco senza rendercene conto (pensate a tutte le parole di origine greca), i grandi filosofi greci, le tragedie greche, l’arte greca, ecc.

Qui da noi è arrivata addirittura una parlata dalla notte dei tempi: il greco di Calabria

Chi viene ricordato e perché merita di essere ricordato. Ovviamente non si possono ricordare tutti nelle denominazioni delle vie.

Il contesto storico culturale in cui hanno operato viene riportato a seguire: se non si conosce non ci si rende conto della rilevanza.

Elenchiamo, sinteticamente in questa fase, le denominazioni afferenti, da ovest verso est, così come appaiono nell’odonomastica.

Elenchiamo in calce anche i toponimi esistenti di derivazione greca e un repertorio esemplificativo dell’onomastica

CLETHO* nome greco del Ginepro Fenicio

BARLAAM DI SEMINARA Monaco, preso dall’ amore per la lingua greca e dalle problematiche religiose di rito orientale , mediò la ri- conciliazione tra la chiesa di Roma e di Bisanzio. Insegnò a Costantinopoli e fu abate del monastero di S. Salvato- re. Accusato di eresia abbandonò l’Oriente per l’Italia ed Avignone. Fu insegnante di greco del Petrarca e vescovo di Gerace. 

LEONZIO PILATO Letterato, conoscitore sapiente della lingua greca tradusse i poemi omerici in lingua latina e codici euripidei. Petrarca e Boccaccio e il nascente Umanesimo gli devono una rivoluzione culturale. 

SAN COSTANTINO DI BOVA San Costantino era un monaco greco, nato in un piccolo villaggio presso Bova.Di lui però nulla si ricorda: esiste solo una chiesetta della famiglia Mesiani, dedicata a San Costantino ritenuta edificata sull’area della casa del vescovo Co-stantino. A San Costantino era intitolata una delle 4 chiese parrocchiali di Bova. Scrive il Natoli: “Si tratta dell’attuale chiesa dell’ Immacolata, che assunse tale titolo dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.

COSTANTINOPOLI* Capitale storica dell’Impero Romano d’Oriente

MILONE DI CROTONE fu l’ indiscusso e sommo atleta di tutti i tempi, nelle antiche storie il suo nome viene menzionato sempre per primo. Fu protagonista di tutte le gare atletiche che si svolsero nell’antica Grecia; fu sulla cresta dell’onda e all’apice del successo per un intero ventennio durante il quale egli detenne, come diremmo oggi, il titolo di pugile imbattuto. Prese parte per la prima volta alle gare olimpiche dell’Era Antica nel 540 a.C., quando conquistò il titolo di campione nella categoria ragazzi. In seguito si segnalò per un susseguirsi di vittorie olimpiche. Egli veniva rite- nuto un eroe leggendario discendente diretto di Eracle.

CHORA come veniva e viene indicata Bova dagli ellenofoni per la sua preminenza, chora significa città, paese.

EUTIMO LOCRESE valoroso atleta vincitore di tre Olimpiadi

ARISTOTELE, filosofo greco antico padre del pensiero foccidentale

MESOFUGNA*, in mezzo (meso) ai monti (vunì)

MEGALI ELLADA*, Grande Grecia

PLATONE, filosofo greco antico padre del pensiero foccidentale

SOCRATE, filosofo greco antico padre del pensiero foccidentale

EPICURO, filosofo greco antico tra i massimi in età ellenistica

DIONYSIOS SOLOMOS, poeta nazionale greco di Zacinto legato al Foscolo

GIOVANNI ANDREA CRUPI, studioso del mondo grecocalabro

AMIGDALA’ * toponimo, mandorla

ANGELA MERIANOU, trentennale studiosa del mondo grecocalabro, definita la madre dei greci di Calabria

BERTONE MESIANO, studioso del mondo grecocalabro

GRECI DI CALABRIA*

GERHARD ROHLFS, studioso del mondo grecocalabro

KARANASTASIS, studioso del mondo grecocalabro

WITTE, studioso del mondo grecocalabro

THALASSAS*, mare

TRIPEPI*, antica faMiglia del luogo, rocca di Tripepi

CHORTOLIVARI *, prato (livadi) d’erba (chorto)

LIMACHARIA*, terra melmosa (limo, fango)

MAGNA GRAECIA*

SCILLACA *

DERI*

VIOLI, studioso del mondo grecocalabro

(* toponimi)

ELLENOGHENIA

Bovesia, per il ruolo esercitatovi da Bova, un territorio che va appunto da Bruzzano Zeffirio  a Melito Porto Salvo, nella parte più meridionale della penisola, resiste ancora un’antica lingua: il greco di Calabria ed esistono i greci di Calabria.  Una minoranza speciale giacché. se è minoranza per il numero dei parlanti, di contro è maggioranza per l’identità culturale che rappresenta quella di tutti i calabresi. 

Indiscutibile è l’importanza del periodo bizantino per la Calabria: Cinquecento anni di presenza caratterizzano un popolo, determinando radicazioni di culture e analogie in una vasta area che aveva Costantinopoli come riferimento.

Ci troviamo in un’Area Ellenofona e dobbiamo chiederci da quale abisso del tempo ha origine questo ellenismo: se si collega senza interruzione alla civiltà della Magna Grecia    o se, essendo stata questa interrotta dal processo di latinizzazione romano, dalla nuova ondata di ellenismo che si verificò nel periodo bizantino o se i due momenti vanno visti con continuità per cui il secondo ridiede vigore alla resistenza preesistente.

Certo è che l’Impero Romano d’Oriente, costituito dall’incontro di tre filoni, romano, cristiano e greco orientale, una miscela di esperienze diverse, fa scaturire un nuovo popolo plasmato culturalmente dall’eredità greca con il rigore della veste romana.

Questi filoni  vengono ad incontrarsi nel Mediterraneo determinando la nostra storia.

L’Italia viene riconquistata sotto Giustiniano entrando a far parte dell’Impero Romano d’Oriente, ma mentre nella parte settentrionale l’arrivo dei barbari interrompe quest’appartenenza dopo appena mezzo secolo, la Calabria vi rimane legata per oltre cinquecento anni, fino alla metà dell’XI secolo con una radicazione della cultura bizantina che si manifesta nelle tradizioni e che determina profonde analogie all’interno di un’area che aveva Costantinopoli come riferimento.

E come ad Alessandria d’Egitto, a Costantinopoli e in altre località di quello che fu il grande Impero Romano d’Oriente, c’è la resistenza di una lingua greca, così nell’Area Ellenofona.

Molti asceti si trasferiscono in Calabria da altre parti dell’Impero al punto che alcune zone sono popolate soltanto da monaci.

La cultura e la religiosità bizantina rimangono in auge fino alla dominazione dei Normanni, i quali  in ossequio agli accordi presi con il Papa di Roma, consentono la latinizzazione che interessa sia l’aspetto religioso che quello linguistico. Il resto lo fanno poi gli spagnoli.

Ma nonostante gli sforzi delle  classi dominanti, la lingua greca rimane ancora in uso come ci dimostrano documenti notarili non solo di Bova ma anche di Reggio Cal., di Squillace, di Nicotera e Catanzaro.

Un’ulteriore prova della vivacità della lingua greca ci viene data dall’immigrazione, storicamente documentata, dei moltissimi greci che, per evitare la dominazione turca, dalla madre patria arrivano qui agevolati nel loro insediamento da una popolazione parlante la loro stessa lingua e praticante lo stesso rito religioso.

Tale realtà iniziò a sgretolarsi in ragione della dominanza della cultura latina  e dell’imposizione del rito latino nelle Diocesi della grecità calabrese in ossequio alle direttive pontificie conseguenti al Concilio di Trento.

Ultimo faro della grecità calabrese rimane Bova, la Chora, poiché la sua Diocesi è l’ultima ad abbandonare il rito bizantino per opera del vescovo latino, di origine cipriota, Stavrianos, che il 30 gennaio 1573, impone definitivamente il rito latino.

Questa perdita ha fatto perdere alla Calabria il suo polo di attrazione, una perdita pesante dovuta alle forze dominanti in Occidente che hanno condannato all’oblio, hanno fatto perdere la coscienza storica, la tradizione della Calabria dall’età di Giustiniano al XV secolo.

Quando cade una civiltà il problema non è dei vincitori ma dei vinti, della loro capacità spirituale, se sono capaci, cioè, di trasmettere qualcosa.

Che cosa ha salvato la Calabria?  Si parla di minoranze etniche da salvare, ma c’è una differenza: mentre gli albanesi, gli occitani, costituiscono degli emigrati del lontano passato, quando si parla di greci di Calabria si parla del popolo calabrese: perdere la lingua greca della Bovesia significa perdere l’essenza del sud della Calabria.

Occorre recuperare una identità che ha subito nei secoli attacchi violenti verso una forzata omologazione estranea alle tradizioni e alla cultura locali, con il forzato oblio dei cinque secoli più determinanti.

Occorre rilanciare una capacità spirituale mai sopita, per il risveglio di un sano orgoglio di appartenenza, per la riappropriazione di una identità storico-culturale forte  capace di scuotere il popolo calabrese.

I toponimi del comune di Bova Marina, dell’intera Bovesia e della Calabria meridionale, di derivazione greca, formano una lunga lista.

Ne presentiamo un elenco ipotizzando i significati più diffusi nei casi dubbi:

Crisàfi (crusos, oro); Iaria (iereus, sacerdote); Flòiena (flox, fiamma); Pagliàpoli  (palaios, polis, città antica); Scindermèno (scorticato); Mesofùgna (in mezzo ai monti); Calamàci (kalamos, canna); Melìssofaga (melissa fago, mangiatrice di api); Amigdalà (mandorla); Varèlli (barile); Brìgha (pianta di tamerici); Climardà (zona di viti); Pricondèri (pikros deri, amara gola); Chàraca (palizzata); Cannatà (kanon, canne); Lìmaca (limì, fango); Cromidì (cipolla); Alupù (alopis, volpe); Lìmbia (desiderio); agrillèi (olivastro); panaghìa  (pan aghios, tutta santa); rogò (granaio); Antonopòllo (figlio di Antonio); Peristerèa (zona di colombi); Dìscolo (discheris, difficile); Pirigàglia (torre); Silipà (pianta delle graminacee); Tefàni  (voce di Dio)…

Una lista ancora più lunga è quella relativa all’onomastica:

Zèma (brodo), Crèa (carne), Scòrdo (aglio), Alàti (sale), Tigàni (padella),  Marùllo (marulli lattuga), Carìdi (noce), Fotìa (fuoco), Idòni (aidoni = usignuolo), Ieràci (piccolo falco),  Muscàri (vitellino),  Ollìo (ghiro), Caprì (cinghiale),  Arcùdi (orso), Lìco (lupo),

Mesìti (mediatore, sensale), Marènga (marangos = falegname);  Falcomatà (chalcomatàs fabbroramiere); Zangàri (tsangàris = calzolaio), Laganà (lachanàs = venditore di verdure), Zuccalà (tsukalàs fabbricante o venditore di pentole), Velonà (da velòni ago, venditore di aghi), Saccà (da sàkkos = sacco, fabbricante o venditore di sacchi), Cannatà (da kanàta = brocca, fabbricante o venditore di brocche), Mandalàri (da màndalos = chiavistello, fabbricante o venditore di chiavistelli), Sìclari (da sicla secchio di legno, fabbricante o venditore di secchi) e Piterà (da pìtiro crusca, venditore di crusca), Mànti (mantis = indovino), Calì(buona),  Cardìa (cuore),  Megàli (grande), Pròto (protos primo), Arcònti (àrchontas = nobile, autorità), Logotèta (logothétis = dignitario bizantino), Spatàro (spathàrios = guardia imperiale bizantina), il Protospatàro (capo delle guardie imperiali), il sig. Focà (come Nicefòro Foca, il grande generale divenuto poi imperatore), Rìga (rigas = re),  Paleòlogo (paleologi = dinastia imperiale a Costantinopoli),  Polifròni (polifrònimo = saggio), Iatì (perchè),  Trifilò (triferòs = tenero),  Condrò (chondròs grasso, grosso); Pangàllo (pangallos = bellissimo), Argirò (da àrghiros = argento, d’argento), Crisèo (da chrisòs oro, d’oro), Dàscola (dàscalos = maestro), Càristo (da efchàristos felice), Nisticò (digiuno), Calimèra (buongiorno), Macrì (macròs = lungo), Condò (basso, piccolo), Comogrèco (da chamo = basso),  Managò (da monachòs solo),  Glìgora (grìgora = presto),  Sgro (da iskiròs = forte), sìderi (sìdiros ferro),  Ièro (ieros = vecchio), Piromàlli (da piro = fuoco + mallià = capelli, dai capelli di fuoco), Melacrinò (melachrinòs, di pelle scura), Papandrèa (padre Andrea), Papaiànni (padre Giovanni), Papalùca (padre Luca), Papasèrgi (padre Sergio), Papalèo (padre Leo), Papasìdero (padre Sideri), Papagìorgio (padre Giorgio) …  Papalìa (appellativo della moglie del prete posato presso il clero ortodosso), Andìloro (andìdoro = pane benedetto distribuito ai fedeli alla fine della divina liturgia di San Giovanni Crisostomo), Panaghìa (tutta santa,la Madonna), Teodosio (dono di Dio), Tripepi (theoprepis, degno di Dio), Tripodi (tripous, tre piedi)

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Nota: la relazione precedente è stata da me pubblicata nel volume “Bova Marina nell’Area Ellenofona”, edizioni UTE-TEL-B (Università per la Terza Età e per il Tempo Libero della Bovesìa) di Casile, Fiorenza, Cotronei

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(1) SEGUONO I NOVE LINK AGLI ARTICOLI PRECEDENTI CHE TRATTANO L’ARGOMENTO

Si precisa che l’autore di questo articolo, prof. Elio Cotronei, dopo il 2011, ha curato una pubblicazione e fatto realizzare la mappa pubblicata di cui si vedono le varie parti. motu proprio, in qualità di presidente dell’UTE-TEL-B, con fondi reperiti presso l’Assessorato alle minoranze linguistiche, per usi istituzionali successivi, come di fatto è avvenuto