“Lui, che dovrebbe essere imparziale, anzi dovrebbe fare le parti dell’intero Paese, torna invece sul cavallo verde del nord”
Matteo Salvini, nonostante le malcelate sembianze, sta tornando ad essere quello che è sempre stato: un leghista del nord che guarda al sud con diffidenza, presupponendo che dalle nostre parti cittadini e amministratori siano abbagliati dalle sirene dell’assistenzialismo e attendano inermi il corso dell’esistenza. Le ultime dichiarazioni del vicepremier sul regionalismo differenziato, infatti, lasciano intendere come le resistenze mostrate in queste ultime settimane dalle regioni del sud contro un provvedimento del tutto iniquo e sperequativo siano motivate dall’incapacità della classe dirigente delle regioni del Meridione. Nella sua analisi Salvini ignora, o fa finta di ignorare, che mentre Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna chiedono maggiori risorse e competenze, non sono ancora stati definiti i livelli essenziali delle prestazioni, così come resta indefinito il fondo perequativo per colmare le distanze tra i territori più ricchi e quelli più poveri. Salvini vorrebbe far credere che in Italia è possibile realizzare uno stato federale partendo dalle autonomie regionali. Un assurdo storico, concettuale ed istituzionale per far tornare di moda, senza il coraggio di citarla testualmente, la Padania. Forse pensa che i meridionali abbiano l’anello al naso e non sappiano distinguere l’importanza del decentramento dal tentativo di una secessione dei ricchi. Lui, che dovrebbe essere imparziale, anzi dovrebbe fare le parti dell’intero Paese, torna invece sul cavallo verde del nord, probabilmente perché strattonato da quei leghisti oltranzisti che si ostinano a guardare al sud come la palla al piede del Paese. Siamo stanchi delle paternali da chi sino a ieri offendeva le nostre comunità, i nostri territori, la nostra storia e la nostra cultura. Anche noi in Calabria vorremmo maggiore autonomia, vorremmo “farcela da soli”, senza favoritismi, ma riteniamo sia nostro compito e dovere far valere il diritto all’uguaglianza e alle pari opportunità sanciti dall’art. 3 della Costituzione. Forse Salvini non sa, o fa finta di non sapere, che in Calabria, nonostante anni ed anni di commissariamento, mancano i livelli essenziali di assistenza sanitaria e che regioni come la Lombardia si arricchiscono della nostra migrazione sanitaria. Forse Salvini non sa che mentre al governo si gioca alla filastrocca del “Si” e del “No” sulla Tav, l’alta velocità si ferma a Salerno e i pendolari delle aree interne del sud si muovono ancora con delle mulattiere. Forse Salvini non sa che su dodici grandi opere previste dal suo governo per un totale di 46,7 miliardi, solo una verrà realizzata al sud per un valore di 1,3 miliardi. Forse Salvini non sa che su 72 miliardi l’anno di spesa fatta da cittadini del Sud, ben 63 sono di beni e servizi prodotti al nord. Forse Salvini non sa che la spesa sociale pro capite in Calabria è di 22 euro, nella provincia di Bolzano è di 517. Forse Salvini non sa che il reddito medio pro capite delle regioni del sud è circa un terzo di quello del nord. E si potrebbe continuare per ore mostrando differenze e distanze, diversità e disparità, mancanze e incompetenze.
Siamo convinti anche noi, come lui, che ci sia una responsabilità grave da parte dei parlamentari eletti al sud che da decenni prestano il fianco a politiche nordiste prive di uno spirito unitario in grado di colmare il gap tra il nord e il sud del Paese. L’Italia del Meridione si opporrà con forza ad un disegno scellerato di regionalismo differenziato che punta ad estinguere il sud dal Paese. Noi siamo convinti che il decentramento sia un principio solido e fondamentale per la riorganizzazione del Paese, ma riteniamo che ogni processo mirato a concedere maggiori autonomie regionali debba tenere in considerazione i principi di solidarietà e di perequazione alla base della nostra Costituzione. Mentre Salvini scalpita per dividere il nord dal sud, noi lottiamo per l’Italia del Meridione in un’ottica nazionale che ci renda uniti nelle nostre diversità. Infine, ringrazio Salvini perché dopo mesi di opportunismo elettorale e strumentale, con questa ennesima, offensiva, presa di posizione ha mostrato il vero volto nordista della Lega.