Ufficializzata la nomina, dalla Santa Sede Romana e l’annuncio contestuale del Cardinale Sepe dal Palazzo Arcivescovile della città partenopea. Storia di umiltà e di impegno nella direzione della solidarietà e degli ultimi.
- “Coraggio, alzati, ti chiama.”
- “Verrò da voi come fratello che va tra fratelli.”
Due voci che s’incrociano, si fondono, e nelle due formulazioni rappresentano la sintesi di immaginato dialogo, intercorso in lontananza, eppure così tanto vicino, come soltanto alle cose dello spirito accade.
La chiamata della Chiesa Universale; la voce di una città inquieta fa eco; l’umile prete risponde. E va, quale fratello, con la sicura autentica semplicità di fratello.
Inizia così il nuovo percorso che accompagna l’opera di don Mimmo Battaglia, il prete degli ultimi.
Don Mimmo Battaglia è Arcivescovo di Napoli. Succede, al Cardinale Crescenzio Sepe, per molti lunghi anni alla guida della Curia-Diocesi della Città partenopea. L’annuncio ufficiale è stato diffuso, in contemporaneità, dalla Santa Sede Romana e dal Palazzo Arcivescovile di Napoli. Mentre in Calabria, a Satriano, la comunità intera, cristiana e laica, trascorreva la sua quotidianità con cuore trepidante. Anche questa voce era nell’aria: voce sussurrata, non come rimbalzo di sogno; voce bisbigliata, come possibile evenienza. Ed aveva attraversato i vicoli, tutti in salite e in ripide discese, e si era fermata nei pochi spiazzi, agorà dell’antico borgo, senza pretese, ma custode di superbe storie. Bocca sigillata, come capita tra umani, in scaramantico silenzio.
Perché don Mimmo Battaglia è di Satriano. E’ qui che ha inizio la storia umana ed evangelica di don Mimmo, come desidera essere chiamato, fin dal giorno della Sua Ordinazione Sacerdotale e via via, e sempre, ed anche dopo la nomina a Vescovo della Diocesi di Cerreto-Sannita – Telese – S. Agata de’ Goti.
La cultura della solidarietà, della fratellanza universale, della promozione dell’uomo, accompagna l’intenso esercizio e servizio di don Mimmo Battaglia ed investe tutto il Suo Ministero. E’ Parroco nella sua Satriano e nella Chiesa del Carmine di Catanzaro; Amministratore parrocchiale delle Chiese di S. Elia di Catanzaro e di Montepaone Lido; Rettore del Seminario Liceale di Catanzaro e Componente la Commissione Diocesana “Giustizia e Pace”; Direttore dell’Ufficio Diocesano per la “Cooperazione Missionaria tra le Chiese” e del “Centro Calabrese di Solidarietà” (Comunità impegnata nel trattamento e nel recupero dei tossicodipendenti); Vicepresidente della “Fondazione Betania” di Catanzaro (Opera Diocesana di assistenza-carità); Presidente Nazionale della “Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche”; Canonico del “Capitolo Cattedrale” di Catanzaro. Incarichi, che lo vedono Missionario coerente del Suo Sacerdozio e Operatore vivace e convinto nella fede di una politica sociale ad ampio respiro.
Anche le sue note, i suoi articoli, i suoi libri (“Un filo d’erba”, “I poveri hanno sempre ragione”, “Vecchie ciabatte…calzari di angeli”), richiamano, con efficacia di scrittura, le istanze evangeliche sempre attuali, riflettono le dinamiche valoriali senza tempo, e sono trascrizione fedele del suo pensiero, della sua filosofia . La sua missione di uomo-sacerdote-prete, percorre le strade di chi vive situazioni di disagio, attraversa le sfide di questo difficile tempo in costante trasformazione, alimenta speranza e certezza nella tensione di un’etica evangelicamente umana: che, cioè, anche i cedimenti e le fragilità umane possono trasformarsi in occasione di crescita.
E’ la chiave del suo essere prete: prete di chiesa e prete di strada. Come egli stesso scrive nel suo messaggio rivolto alla città di Napoli, vede “una Chiesa che esce dai suoi sacri recinti e si mette al servizio del territorio, a partire dagli ultimi. Una Chiesa dove non si celebrano solo riti ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Su questa strada cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza”.
Per le strane associazioni della Storia ed in sintonia con i misteri che l’attraversano, nel già intravedere l’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, il prete degli ultimi, percorrere le periferie e le vie cittadine, l’immaginazione lo scorge soffermarsi, con la velocità dello sguardo, sulla marmorea targa, che contrassegna uno storico Palazzo e che riporta la superba scritta “ Museo Civico Gaetano Filangieri Principe di Satriano”! Più consona e significativa, la rilettura di una biografia intensa, che racconta di Teresa Filangieri, la nipote del Principe; del suo aggirarsi per le strade di Partenope, per dare aiuto ai bisognosi, per accogliere gli scugnizzi, per abbracciare i sofferenti e lottare contro le lacerazioni sociali, sfidando e superando le convenzioni del suo tempo!
Alcune storie direttamente o trasversalmente s’intrecciano. Ed anche i misteri, che segnano i destini degli uomini .