La notizia lascia attoniti e sgomenti quanti lo hanno conosciuto e stimato.
Una tragedia che ha colpito non solo la comunità melitese, ma l’intera provincia di Reggio Calabria, che oggi vive nel silenzio il proprio dolore per la perdita del noto avvocato, un brillante penalista del Foro di Reggio Calabria.
Da pochi giorni abbiamo accolto con grande speranza il nuovo anno, ma per molti di noi è iniziato sotto l’ombra del lutto per la prematura scomparsa di Francesco Floccari, prima di tutto figlio, marito, padre, persona cara per i familiari, amico, collega, uomo d’infinita bontà. Il suo sorriso spontaneo e sincero accompagnava sempre parole sagge, ponderate, confortevoli…
L’ho conosciuto agli inizi di luglio di quattro anni fa nel suo ufficio. Tra il fumo delle sue sigarette ho intravisto lo sguardo profondo di un uomo dai modi gentile, mi ha ispirato fiducia, confermata dal tempo. Da avvocato è diventato un amico disponibile, presente, comprensivo, giusto; mi ha indicato la via maestra da intraprendere, mi ha insegnato la forza e il coraggio necessari per proseguire e la speranza, la chiave per aprire ogni porta senza arrendersi: <Dobbiamo crederci>.
Mi emozionava parlare con lui, sapeva leggere nei miei occhi e trovare le parole giuste; il sorriso unico di chi ci crede davvero nelle proprie parole, nei rapporti con la gente, nelle proprie idee, nel proprio lavoro, che forse era più una missione. Mi ha emozionato quando si è rivolto dicendomi <Teresina, mi permetto da fratello maggiore>. E così, da amico è diventato un fratello.
Quel fratello che in tanti oggi piangiamo, l’amico, il collega che merita ogni pensiero di cordoglio espresso dai molti sui social.
Affetto e stima reciproca, tante volte espressi con gli occhi profondi di chi sa dire tutto con una sola penetrante occhiata, altrettante volte con espressioni di ammirazione, nei tanti momenti in cui abbiamo avuto modo di confrontarci: <Tu saresti un’ottima collega!>.
Ma io stavo perseguendo un’altra strada, quella dei sommi Poeti e dei grandi Padri della Letteratura e quando gli ammisi che la Giurisprudenza era stata la mia prima scelta, è stato fiero, ancora una volta ci aveva visto giusto.
Ogni parola possibile, sarebbe riduttiva per raccontare l’uomo che Francesco è stato.
Non mi sono mai rivolta a lui dandogli del Tu e non lo faccio adesso, ma con l’antica forma di cortesia espressa dal Voi, non lasciando scemare nel Tu tanta stima.
Se ne va nel silenzio assordante della vita, quando ancora le luci ricordano il tepore del Natale appena trascorso.
”La vita è quel maledetto attimo che porta via la bellezza di un paio di occhi mare.”
Sentite condoglianze a tutta la famiglia.
A Francesco immensi cieli blu.
Le note di “Luci a San Siro” accompagnano il suo viaggio…
Sull’erba morta con il freddo che fa qui
Ma il tempo emigra, mi han messo in mezzo
Non son capace più di dire un solo no
Ti vedo e a volte ti vorrei dire
Ma questa gente intorno a noi che cosa fa
Fa la mia vita, fa la tua vita
Tanto doveva prima o poi finire l
Ridevi e forse avevi un fiore…
Luci a San Siro non ne accenderanno più!