Il dibattito, coordinato dal presidente di “Ventotene” Carmine Gelonese, ha visto la partecipazione di Nicola Irto, candidato alla presidenza della Regione Calabria, Giuseppe Marino, consigliere delegato Città metropolitana di Reggio Calabria, Demetrio Delfino assessore welfare comune Reggio Calabria, Lucia Nucera, commissione Pari opportunità, del Comune di Reggio Calabria e Luciano Squillaci, portavoce del Forum del Terzo settore. Presenti inoltre: Daniela Arfuso sindaco Cardeto, Ernesto Alecci sindaco di Soverato, Valeria Bonforte, Auser, Paolo Cicci, presidente CSI Reggio Calabria, Federica Roccisano, già assessore regionale Welfare, Simona Milano, desk migranti FLAI-CGIL di Gioia tauro, Valentina Arcidiaco, Garante per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Reggio Calabria e Giovanna Russo, Garante dei detenuti comune Reggio Calabria.

Gli squilibri territoriali e le disfunzioni del terzo settore in Calabria sono frutto anche di una certa autoreferenzialità di parte delle realtà operanti nel sociale. “Negli ultimi anni – ha spiegato Squillaci – c’è stata una crescita complessiva e il forum del terzo settore è riconosciuto come soggetto rappresentativo in grado di cogestire insieme alla pubblica amministrazione gli indirizzi generali. Oggi il nuovo regolamento ci consente di costruire nuove politiche sociali nel quadro di un processo culturale che deve coinvolgere anche i cittadini, quale questione che riguarda il benessere e la qualità della vita di tutta la comunità. Speranza, fiducia e coesione – ha poi concluso – devono essere i punti di riferimento intorno a cui ripartire”.

Da più parti è stato poi rimarcato come in assenza di una pianificazione regionale il sistema funzioni a macchia di leopardo lasciando importanti aree prive di servizi effettivi. “Un sistema che non può dare risposte ai bisogni dei cittadini – ha evidenziato Marino – e delle fasce più deboli. Che non è aggiornato ai bisogni nuovi, pensiamo ai profondi cambiamenti determinati dal Covid. Solo a Reggio Calabria il settore politiche sociali nell’ultimo anno ha preso in carico circa mille giovani per problemi giudiziari. I servizi ai minori non sono adeguati a far fronte al disagio giovanile crescente. E il numero di quanti non studiano o non lavorano raggiunge il 36%. Numeri spaventosi – ha rimarcato il consigliere metropolitano – che impongono un’azione forte, di rottura, per un sistema di welfare che guardi alla cura dei giovani, degli anziani e delle fragilità”.

La Calabria ha smarrito la visione del Welfare, “pensiamo ad esempio – ha detto Irto nelle conclusioni – che oggi abbiamo un assessore all’Agricoltura che deve occuparsi anche di questa delicatissima materia. Noi invece abbiamo urgente bisogno di esaltare le specificità professionali che sono cresciute in questi anni ma che in questa regione non hanno gli strumenti per poter operare. Serve un grande piano per le politiche sociali, che guardi ai giovani, agli anziani, agli immigrati, alle disabilità, alla povertà educativa, allo sport, superando la divisività del territorio e possibilmente recuperando un dialogo con le autorità sanitarie locali. Il Covid ha aumentato diseguaglianze e fragilità e in questo quadro così critico il tema dell’integrazione sociosanitaria diventa centrale e ineludibile. Nel Recovery plan c’è una la missione di un’Italia più equa e inclusiva e tale indirizzo deve intervenire anche nella nostra regione”.

Fondamentale avere le idee chiare per questo appuntamento gigantesco con la storia. Sono risorse che andranno capitalizzate in tempi brevissimi, anche questo è un dato in netta rottura rispetto al passato. “C’è una regione da ricostruire – ha aggiunto Irto – nel quadro della ripartenza post Covid. Il populismo inizia a perdere terreno, il quadro sociopolitico sta mutando, c’è più richiesta di Europa e la Calabria dovrà avere una dimensione fortemente comunitaria. Tutto questo – ha concluso Irto – sarà il cuore di una visione programmatica che stiamo costruendo giorno dopo giorno, che avrà uno spazio condiviso in rete e conterrà le proposte che il territorio, dal basso, sta esprimendo”.

La nuova visione del Welfare per la Calabria
Partecipata iniziativa online del laboratorio politico-sociale “Ventotene” alla presenza di Nicola Irto e di tanti rappresentanti istituzionali e del terzo settore

Gli indirizzi e le prospettive del Welfare e delle politiche di inclusione sociale al centro dell’incontro promosso dall’Associazione culturale “Ventotene”, neonato laboratorio politico-sociale di ispirazione europeista che alla sua prima iniziativa pubblica ha voluto aprire un confronto partecipato con gli interlocutori istituzionali del territorio e gli attori sociali impegnati nel terzo settore. Un appuntamento celebrato nella ormai consueta forma della videoconferenza e che ha fatto registrare una grande partecipazione sostenuta anche dalla contemporanea diretta trasmessa dal canale social della stessa associazione.

Il dibattito, coordinato dal presidente di “Ventotene” Carmine Gelonese, ha visto la partecipazione di Nicola Irto, candidato alla presidenza della Regione Calabria, Giuseppe Marino, consigliere delegato Città metropolitana di Reggio Calabria, Demetrio Delfino assessore welfare comune Reggio Calabria, Lucia Nucera, commissione Pari opportunità, del Comune di Reggio Calabria e Luciano Squillaci, portavoce del Forum del Terzo settore. Presenti inoltre: Daniela Arfuso sindaco Cardeto, Ernesto Alecci sindaco di Soverato, Valeria Bonforte, Auser, Paolo Cicci, presidente CSI Reggio Calabria, Federica Roccisano, già assessore regionale Welfare, Simona Milano, desk migranti FLAI-CGIL di Gioia tauro, Valentina Arcidiaco, Garante per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Reggio Calabria e Giovanna Russo, Garante dei detenuti comune Reggio Calabria.

Gli squilibri territoriali e le disfunzioni del terzo settore in Calabria sono frutto anche di una certa autoreferenzialità di parte delle realtà operanti nel sociale. “Negli ultimi anni – ha spiegato Squillaci – c’è stata una crescita complessiva e il forum del terzo settore è riconosciuto come soggetto rappresentativo in grado di cogestire insieme alla pubblica amministrazione gli indirizzi generali. Oggi il nuovo regolamento ci consente di costruire nuove politiche sociali nel quadro di un processo culturale che deve coinvolgere anche i cittadini, quale questione che riguarda il benessere e la qualità della vita di tutta la comunità. Speranza, fiducia e coesione – ha poi concluso – devono essere i punti di riferimento intorno a cui ripartire”.



Da più parti è stato poi rimarcato come in assenza di una pianificazione regionale il sistema funzioni a macchia di leopardo lasciando importanti aree prive di servizi effettivi. “Un sistema che non può dare risposte ai bisogni dei cittadini – ha evidenziato Marino – e delle fasce più deboli. Che non è aggiornato ai bisogni nuovi, pensiamo ai profondi cambiamenti determinati dal Covid. Solo a Reggio Calabria il settore politiche sociali nell’ultimo anno ha preso in carico circa mille giovani per problemi giudiziari. I servizi ai minori non sono adeguati a far fronte al disagio giovanile crescente. E il numero di quanti non studiano o non lavorano raggiunge il 36%. Numeri spaventosi – ha rimarcato il consigliere metropolitano – che impongono un’azione forte, di rottura, per un sistema di welfare che guardi alla cura dei giovani, degli anziani e delle fragilità”.

La Calabria ha smarrito la visione del Welfare, “pensiamo ad esempio – ha detto Irto nelle conclusioni – che oggi abbiamo un assessore all’Agricoltura che deve occuparsi anche di questa delicatissima materia. Noi invece abbiamo urgente bisogno di esaltare le specificità professionali che sono cresciute in questi anni ma che in questa regione non hanno gli strumenti per poter operare. Serve un grande piano per le politiche sociali, che guardi ai giovani, agli anziani, agli immigrati, alle disabilità, alla povertà educativa, allo sport, superando la divisività del territorio e possibilmente recuperando un dialogo con le autorità sanitarie locali. Il Covid ha aumentato diseguaglianze e fragilità e in questo quadro così critico il tema dell’integrazione sociosanitaria diventa centrale e ineludibile. Nel Recovery plan c’è una la missione di un’Italia più equa e inclusiva e tale indirizzo deve intervenire anche nella nostra regione”.

Fondamentale avere le idee chiare per questo appuntamento gigantesco con la storia. Sono risorse che andranno capitalizzate in tempi brevissimi, anche questo è un dato in netta rottura rispetto al passato. “C’è una regione da ricostruire – ha aggiunto Irto – nel quadro della ripartenza post Covid. Il populismo inizia a perdere terreno, il quadro sociopolitico sta mutando, c’è più richiesta di Europa e la Calabria dovrà avere una dimensione fortemente comunitaria. Tutto questo – ha concluso Irto – sarà il cuore di una visione programmatica che stiamo costruendo giorno dopo giorno, che avrà uno spazio condiviso in rete e conterrà le proposte che il territorio, dal basso, sta esprimendo”.

Laboratorio Politico-Sociale