Accadono inaspettati regali di bellezza multiforme, al tramonto, su un terrazzo che si sporge sul mare, nella Casa Museo, Villa Zefiros di Ferruzzano, che offre cultura e arte, cibo per l’animo, con un’ospitalità generosa e gentile.
Un gioco di penombre, interrotte dalla luce di Palma Comandè, scrittrice delicata e profonda, coraggiosa e riservata, semplice e raffinata, che s’irradia su ognuno del pubblico presente e con una straordinaria capacità comunicativa, ci coinvolge nella trama del romanzo La Padrina: un libro da leggere con gli occhi del cambiamento, di chi non si arrende e oppone R-esistenza a quel determinismo verghiano, all’ invidia alvariana, all’egocentrismo, che si ripiegano e non riconoscono nella ricchezza dell’altro la propria salvezza, ma soprattutto il riappropriarsi, in un sussulto di orgoglio e fierezza, della propria terra.
In altro modo, di chi ha il coraggio di scegliere, di opporre il proprio libero pensiero, di sacrificarsi, per concedersi alla speranza reale, ricercata, “oculata”, come conclude l’elegante scrittrice, che la Calabria ha già in sé e che basterebbe, in un risveglio di coscienze, svelare .
Emozionante, in apertura, il lascito prezioso, un’eredità onerosa e onorevole, alla dolce nipote.
Grazie Palma, grazie veramente.