Tre parole chiave nella nuova politica: umiltà, caccia ai saperi e Unità o meglio Unione del Paese. Alla luce di tutto questo il movimento politico L’Italia del Meridione (IDM) ha deciso d’investire nella formazione, offrendo ai propri tesserati lezioni di “scuola di politica”. E lo ha fatto commissionando alla Fondazione TrasPArenza, ad un prezzo popolare e di questo siamo grati ai professori e relatori Enrico Caterini ed Ettore Jorio, un ciclo di tre lezioni. Tre appuntamenti, per tre argomenti, scelti tra i temi più caldi della politica: Sanità tra Commissariamenti e doveri di riprogrammazione; Enti Locali: sistema e funzione dei Comuni e il tanto oggi discusso Regionalismo differenziato, sotto la lente d’ingrandimento Federalismo fiscale e Autonomia.
Nella giornata di sabato la prima lezione, che ha visto giungere dalle diverse province molti partecipanti che hanno mostrato non soltanto interesse verso l’argomento, ad aprire il ciclo la Sanità, i contenuti esplicati dai due professori con un linguaggio chiaro e comprensibile, scevro da tecnicismi accessibili soltanto agli addetti ai lavori e ricco di esempi, ma verso un progetto condiviso che è racchiuso nelle tre parole chiave del movimento: territorialità, militanza e competenza.
Tre concetti chiave che ben si sposano sia con l’idea della Fondazione TrasPArenza sia con la metodologia della scuola di politica e che hanno trovato nel Movimento un gran seguito, diverse infatti le istanze e le richieste di partecipazione giunte da ogni parte della regione. Un’opportunità che il Movimento intende, quindi, non solo replicare dando la possibilità a tutti di poter assistere alle lezioni ma che da qui in avanti diventerà parte integrante della propria azione politica.
Il 2019 sarà un anno in cui si susseguiranno diversi appuntamenti elettorali, dalle provinciali alle europee, dalle amministrative alle regionali e mai come ora si sente il bisogno di una classe politica preparata, istruita, pronta ad affrontare le sfide di un cambiamento certamente in atto ma che ad oggi non ha offerto soluzioni certe, soprattutto degne di un Paese democratico.
Democrazia partecipata, cittadinanza attiva e soprattutto conoscenza della Costituzione, norme, principi e valori, diritti e doveri, oggetto del ciclo delle lezioni e che diventano la vera chiave di volta di un Paese ormai alla deriva che ha perso il senso delle cose, lasciandosi abbindolare dall’improvvisazione e dagli slogan profetici che nulla hanno a che fare con la Politica, intesa come tale. L’IDM ha già ampiamente manifestato, scendendo in prima linea con propri rappresentanti, di voler partecipare a tutte le prossime competizioni elettorali e lo fa puntando sulla più grande risorsa che un territorio ha: quella umana. Ma da sola non basta! Formazione diventa allora la parola d’ordine, fare la differenza e offrire una classe dirigente e politica preparata è un obbligo.
Ritornare a fare Politica con dedizione e valore ma anche esercitare il proprio diritto di voto con consapevolezza e conoscenza sono gli obiettivi di una realtà che nasce dal basso, dall’ascolto, dalla territorialità ma che vuole imporsi come alternativa valida ai fallimenti di una vecchia classe politica e di una “nuova” che vaneggia un rinnovamento cancellando anche ciò che di degno e “sancito” questo Paese e non solo hanno conquistato.