La policromia della natura instaura l’infiorescenza di una vegetazione nelle sue specie imperante: l’agave, che simbologia elementi contrastanti, l’antitesi tra la vita e la morte. Non appena la pianta depone la propria esistenza, la robustezza e la carnosita’ della stessa periscono inevitabilmente per accogliere una nuova entità, un fiore che sboccia.
L’imprescindibile “panta rei”, “tutto scorre”, è il tempo che inarrestabile avanza.
E’ la nuova luce che si definisce nella meravigliosa riviera dei Gelsomini, la costa più a sud dell’Italia, nell’area marina del Comune di Montebello Jonico, nella frazione di Saline Joniche, la zona più popolosa del comprensorio, come in un miraggio, di due specchi d’acqua salini, appartenenti a quelle che due secoli fa rappresentavano le grandi “saline regiae”, prosciugate più volte nel tempo sino all’ultimo intervento di bonifica avvenuto negli anni settanta.
Una fonte naturale dalla quale si estraeva il sale, venduto nell’intero regno. Un simbolo di rivalsa, questa oasi, per una natura cancellata dall’azione maligna dell’uomo, bramoso di possesso materiale che allontano’ il principio cardine, di una convivenza armoniosa con l’ambiente circostante, esulando una vivenza pacifica dove la natura lo avrebbe ricambiato dandogli i suoi frutti. In prosperità, pullulavano gli agrumeti e l’oro verde, in identificazione del bergamotto: rarità mondiale presente in Italia del sud, nell’area ionica ed in pochissime parti del mondo, per una fascia chilometrica andante da 45 a 100 km, tra Villa San Giovanni e Monasterace, come una vera preziosità sussisteva. Esso, parimenti il gelsomino, muoveva l’economia locale, favorendo soprattutto l’industria profumiera di tutto il mondo.
Oggi il bergamotto è utilizzato come elemento curativo e per la realizzazione di svariate pietanze. La riviera dei gelsomini, in un’oasi unica e rara: il pantano di Saline Joniche, habitat di un’estesa biodiversità, meta migratoria di una differenziata avifauna.
Un luogo prezioso a tal punto da essere inserito dall’U.E. tra i siti di interesse comunitario. Residuo di un sistema esteso in zone umide e di ambienti salmastri, dal 2001 l’area è stata dichiarata a seguito di legge regionale: “Oasi di protezione della fauna selvatica della flora tipica delle acque interne” di Saline Joniche. Un’area di grande centralità per un avifauna grandiosa: aironi, cenerini, anatre, folaghe, fenicotteri rosa e, con frequenza permanente, “cavaliere d’Italia”, simbolo iconico dell’oasi.
È di recente realizzazione un osservatorio ornitologico, un progetto ideato dall’O. A. della provincia di Reggio Calabria, organizzazione collegata al WWF Italia, guidata dalla presidente Ida Evoli. L’area è in concessione dalla RFI (Rete Ferroviaria Italiana), approntata con il contributo economico della stessa oltre che con il POR Calabria 2014-2020.
Si è conclusa la settimana mondiale delle zone umide – (World Wetlands Days, WWD) che ha visto l’O.A. partecipe con la realizzazione di un evento conclusivo, in ossequio alla convenzione omonima, per la tutela di tutte le aree umide (stagni, lagune, laghi paludi, risorgive), avuta luogo il 2 febbraio 1972 nella città iraniana di Ramsar, presso l’osservatorio bird watching, a conclusione di un cammino naturalistico, nonché la costruzione di mangiatoia per piccoli uccelli, introdotto dal teatro dei pupets. Uno spazio che permette, attraverso un percorso naturale appositamente strutturato con il supporto di guide esperte e di riferimenti informativi, la possibilità di essere spettatori di un’esperienza vivida: osservare la natura volatile in piena attività migratoria dall’Europa all’Africa e la variegata fauna stanziata. In data 06 02 2022, l’associazione O. A. ha intrapreso un cammino volano per mantenere viva l’armonia tra la bellezza della natura e l’uomo. Un luogo unico, antistante il Mar Jonio, che fu la terra della Magna Grecia, dove miti e leggende aleggiavano tra le genti di un popolo la cui grecita’ egemone, nella loro interiorita’ e linee d’animo, trasmise il pensiero sofisticato ereditato dei più grandi pensatori, ovvero, di coloro che innalzavano il bello, decantandolo.
Da Pitagora, che definiva la bellezza in armonia e proporzioni, a Senofonte, a Eraclito, sostenendo che la bellezza di un’entità era data dal contrasto tra due essenze opposte, come la luce che si contrappone al buio; Platone, che vedeva la bellezza, no nel fisico, ma nell’interiorita’, proprio come l’animo delle genti della nostra terra che oggi stanno cercando di curare, tamponare, le azioni avverse, distruttive di una malapolitica.
La nuova realtà politica nostrana, regionale e nazionale sia d’ausilio sempre più alle associazioni locali, affinché l’oasi naturale reggina di Saline Joniche, venga tutelata e migliorata.
Invero, nel 2019 il FAI lo individuò tra i luoghi più belli d’Italia, una titolazione di grande prestigio, in estensione a tutta la nazione.
Un intento prolifero, che vede il coinvolgimento sempre più crescente di persone provenienti da tutta Italia, per osservare un fenomeno annuale dallo spettacolo ineguagliabile.
Luisa Zaccuri
Socia O.A. WWF – Provincia di R.C.