Da un’iniziale ricerca e collaborazione sui social, il dottor Salvatore Iacopino, originario di Palizzi (RC), riesce a recuperare circa 900 parole del dialetto palizzese, escludendo deliberatamente tutte le parole simili e vicine all’italiano, infatti, spiega Iacopino- “nell’ elenco non figurano parole antiche, il cui uso si era perso già negli anni ‘70, né le tante parole di evidente derivazione latina, quindi molto simili all’italiano, né quelle che si sono successivamente imposte, sotto la ‘minaccia’ della lingua italiana.”
Spinto da una motivazione esclusivamente sentimentale, Iacopino – ci dice- “mi impegno a recuperare, in un breve elenco, i termini dialettali che utilizzavo e sentivo a Palizzi negli anni ‘70, quando ragazzino andavo ‘firriàndu’ per i vicoli del Paese, inserendovi anche alcuni riferimenti etimologici.”
L’idea nasce quindi dal desiderio di preservare termini palizzesi che stanno cadendo in disuso o che rischiano di svanire dalla memoria. Per gli stessi motivi- spiega ancora Iacopino- “alcuni termini non figurano nelle modalità consuete del vocabolario al singolare, ma vengono preferiti e riportati al plurale oppure capita venga riportato l’aggettivo al posto del sostantivo, ad esempio potrebbe non figurare “Tùlupu ma ci sarà l’aggettivo “Ntulupàtu”.”
Salvatore Iacopino ci tiene a ringraziare vivamente gli amici palizzesi, i quali hanno iniziato a suggerire sui social le prime parole, dando a Salvatore lo stimolo e l’input forte e giusto affinché continuasse e completasse il nobile progetto di recupero.
Ringrazio sinceramente io stessa il dottor Iacopino per il suo interesse verso il patrimonio linguistico di Palizzi, paese al quale sono molto legata affettivamente e lo ringrazio anche per la disponibilità avuta nello spiegarmi minuziosamente e con tale precisione particolari così articolati.