C’è stato un tempo in cui l’Ospedale di Melito Porto Salvo primeggiava, era un punto di riferimento certo per una vasta area e anche oltre l’intera Calabria.
Era il tempo in cui non si era innestato ancora il processo di continuo degrado della sanità.
Era il tempo in cui i pionieri della sanità facevano la differenza con la loro elevata professionalità e le loro intuizioni, una tra tutte l’importanza di un importante Ospedale in questo territorio della Calabria greca
Tiberio Evoli, il fondatore, e chirurghi come, appunto, Bruno Spatolisano e poi Pietro Panuccio, hanno rappresentato pietre miliari di un percorso di eccellenza, che ha coinvolto tanti altro professionisti come Rocco Caminiti e Stefano Puglisi
Venendo al primario chirurgo protempore Bruno Spatolisano la sua abilità rappresentava una condizione limite che nell’immaginario popolare era l’estrema ratio quando si trattava di un intervento difficile che lasciava poche speranze.
Ma lasciamo alle parole della nipote dott.ssa Giosy Carerj un tratteggio sincero
A 70 anni dalla morte di mio Nonno, Bruno Spatolisano, Primario Chirurgo dell’Ospedale Garibaldi, oggi Tiberio Evoli, ripubblico un post del 2020, impreziosito dal testo integrale del Ricordo che mia Madre gli dedicò in ricorrenza del Centenario del nostro Ospedale 1915/2015, un evento organizzato da Fidapa e Circolo Meli nel Giugno 2015
MIO NONNO, BRUNO SPATOLISANO
Ardore 30-01-1892 / Melito 18-02-1952
con Giulia,Nino,Bruno,Valeria e Giulia.
Dedico questo ricordo del Nonno a mia Madre, alle carissime zie Angela e Renata che da lassù ci amano, all’insostituibile zio Peppe.
In un post di qualche giorno fa, il Nonno veniva ricordato da mio cugino, Sebastiano Stranges Ellesmere .Lo ringrazio, ancora, per questo.
Ho pensato che era giusto dedicargli, sulla mia pagina, un Ricordo . Il Nonno è stato un grandissimo Medico Chirurgo quando l’Ospedale di Melito era considerato tra i 100 migliori Ospedali d’Italia.
Ebbe come Maestri i Prof.ri Caminiti e Puglisi Allegra e come discepoli fedelissimi i Prof.ri Panuccio e Ricci.
Per farsi operare da Lui gli “infermi”provenivano dalla Calabria e dalla Sicilia .
Oggi rimane ancora il detto,” È cumbinatu i na manera tali chi nu sarba mancu Spatolisano ” per dire,appunto,che non c’è niente da fare. Per Lui parlano le sue pubblicazioni e i resoconti degli “atti operativi “
Io ho una testimonianza personale.
Anni fa ho lavorato all’INPS di Reggio come referente di una Società romana di Formazione .
Il corso sulla “Qualità totale nell’organizzazione aziendale “prevedeva la partecipazione di Ispettori Inps provenienti da Calabria e Sicilia.
Fui invitata al break per un caffè da un Ispettore di Caltanissetta. Quando dissi che abitavo a Melito di Porto Salvo, mi rispose: “di Melito? Il Professore Spatolisano ha salvato mia Madre “; risposi: “mio nonno ” e lo lasciai senza parole. Che grande orgoglio provai.
“Divenuto dopo anni di preparazione e studio operatore perfetto, l’opera Sua fu ricercata da una folla immensa di malati delle varie province calabresi,e oltre. E,nei molti interventi che ogni mattina eseguiva,restando in sala operatoria dalle 9 al tardo pomeriggio, Egli provo’ la divina gioia di ridare la Vita a tanti infelici. Nel vederlo prodigarsi in questa nobile fatica,tenace, mai stanco ,anzi sempre più arso dal bisogno di un ulteriore perfezionamento di fronte ai molteplici successi che gli arrivavano,ci si sentiva sospinti a ripetere per Lui le parole dettate da Giovanni Bovio per un grande Maestro della scuola napoletana,
“SULLA PUNTA DEL TUO COLTELLO SCINTILLA LA VITA”( cit.Tiberio Evoli )
Archivio Spatolisano, foto dell’imponente funerale di mio Nonno. Foto storiche che ho il piacere di condividere con Voi.Ci fu una larga e commossa partecipazione. Portato in spalla ,per un tratto,dai Medici dell’Ospedale( nelle foto sono riconoscibilii DottoriPanuccio,Brunetti,MarioEvoli,Ricci,
Familiari,Pizzi,Callea) poi,dal carro funebre,il feretro del Nonno fu portato per tutto il Paese per avere l’estremo saluto nell’allora Chiesa-baracca di San Giuseppe ( in una foto è visibile Don Calarco)
Il Nonno si spegneva il 18 febbraio 1952, assistito fino all’ultimo,con dedizione e affetto filiale,dal suo discepolo,Pietro Panuccio
E chissà di quanta gratitudine godono lui e quelli che le sue orme hanno seguito!
Immagini fornite da Giosy Carerj dall’archivio Spatolisano