Un proemio,minuscolo ma ci vuole!
Nuvole stazionano saldamente sulle nostre teste,magari fosse, in tempi di afa abbrutente….
In realtà si tratta di ben poco romantiche “clouds”, in lingua albionica , strumento che, tra i maggiorenti dell’odierna giga-economia, ultima rapace frontiera di tecno- comunicazione in preda ai consueti, ormai, fumi da algoritmo, tanto vale ripeterlo, è ormai scientemente usato, a volte con aspetti rozzamente folcloristici, nel sintetico trattamento dei dati, ancorché sensibili sotto vario titolo, nel caso di specie, a scomparsa, letterale, come fosse a opera di uno di quei Maggiolini veri gioielli in ebano, provvisti di invitanti cassetti che fungevano da segretario galante per il nascondimento di amorose missive più o meno compromettenti….
Usi e costumi di scorse ere seicentesche di secoli talora sconsolatamente defunti soprattutto sul piano storico-culturale….
Si torni all’ argomento centrale…..
Ovvero,ad ogni piè sospinto, con accettabile saccenteria volta a mascherare un certo grado di non conoscenza della problematica che qui inerisce, se ne infarciscono conferenze e prolusioni, dibattiti e convegni che da nazionali con disinvoltura si allargano a trasnazionali, leggi Unione Europea , senza scalfire in profondità il nucleo probante della normativa eretta a tutela della vita privata, da custodire con gelosa ritrosia e cosa v’è di più esclusivo di quei dati basilari che ti vengono più che altro imposti con il primo vagito, inevitabile, data la totale incapacità decisionale dell’ appena venuto/a al mondo….
Che siano o no di gradimento, nome e cognome ,pompose lungaggini che occupano interi cartigli incartapecoriti o vezzeggiativi giulebbanti, sono i soli ad accompagnare fedelmente il soggetto portatore, almeno questo è il presupposto di fondo, con una sicumera che non si scompone di fronte alle diverse tappe,favorevoli e non,dell’esistenza.
Bastano questi acquisiti meriti sul campo affinché le lor graziose generalità non vadano in alcun caso (ta)citate , mai e poi mai trattate con sufficienza ,al contrario sempre poste al centro di strenue difese intellettualmente inappuntabili ,nel riaffiorare di ancestrali cifre d’onore, al riparo da indebite ingerenze, nonché preservate da utilizzi men che opportuni.
Manca all’appello in questa rappresentazione fattuale qualche altra ipotesi?
Si spera di no….
Questo impone lo sbandierato trattamento dei dati sensibili, (s)oggetto privilegiato di normative omogenee che attualmente intestano di sé per cominciare il Codice Privacy,(dlgs n.196/2003, come modificato dal Reg.UE 2016/679,integralmente recepito nell’ordinamento italiano con dlgs n.101/2018), secondo il malvezzo tutto italico di proferire vocaboli stranieri,laddove esiste da sempre la corrispondente locuzione in lingua italiana, che appropriatamente si occupa di diritto alla riservatezza.
Pertanto non è consentito, a rigor di legge, rendere noti in modo chiaro e leggibile, me adversante, niente paura….. ecco di seguito la traduzione, senza il consenso dell’interessato/a, questi preziosi,erché unici e indissolubili rispetto alla persona che li detiene, soliti noti nome e cognome, tutte le civiltà dalle arcaiche alle più sofistiche,dicasi attuali.
Quindi,come e dove e perché?!
Per una volta, lasciando volentieri da parte lo stra-abusato verbo digitare, può capitare di leggere,scritti frettolosamente a mano, in certi condomìni, giustappunto nel proprio, questi elementi di connotazione inquadrati all’interno di manifestini cartacei , affissi dove sia più facile pubblicizzarne il contenuto, del tipo ricercato/wanted , che alle acclarate grida manzoniane fanno un baffo!
Parimenti si può osservare ,con riferimento alla mancata ottemperanza delle corpose normative sopra citate che…
con il dovuto ossequio, il magico Albertone,101 anni dalla nascita, alla domanda di che trattasi forse avrebbe risolto con una delle sue ineguagliabili provocazioni …“e me te magno”!!
In tempo per l’epilogo
La puntuale risoluzione delle questioni sul diritto/dovere alla riservatezza diviene di giorno in giorno più pressante , val bene riconoscerlo, in un coacervo di istanze socio-economiche da dirimere con imparzialità senza contraddire le norme ,in primis,del diritto positivo.
Quanto allo ius naturale,insopprimibile anelito alla libera espressione delle peculiarità di ciascun individuo sul cui esercizio si sono confrontati secoli e secoli di disquisizioni esegetiche da parte dei nostri padri giureconsulti, la soluzione si direbbe a portata di mano…
Nulla di personale…
Dopotutto gli affari sono affari sotto qualsiasi cielo…tornando al titolo!