Caro Ministro, caro Matteo,

mi permetto di darti del tu, vista la tua familiarità con la Calabria e i calabresi che hanno consentito di eleggerti al Senato della Repubblica nelle elezioni dello scorso anno. Ti scrivo e continuerò a farlo, anche per sollecitare, in te, quanto meno la curiosità di sapere chi é che ti scrive, da dove ti scrive e, soprattutto, per quale motivo ti scrive. Parto da un presupposto, che è poi un qualcosa che in tanti, tantissimi calabresi, abbiamo notato con positiva meraviglia e plauso, se proprio vogliamo dirlo: l’esserti disinteressato, addirittura quasi non coinvolto, per quel che concerne il decreto sanità, che il Consiglio dei Ministri ha inteso varare per la Calabria. Non ti nego, che, osservando, valutando ed analizzando quanto emerso da questo decreto, potremmo pensare di trovarci dinanzi l’ennesimo proclama propagandistico, oppure ad un’altra trovata a fini elettorali (tra un mese, guarda caso, si voterà per le elezioni europee) o, a voler essere magnanimi, al solito festival del qualunquismo e dell’inutile. Di sicuro, le attese erano tante. Ci aspettavamo interventi straordinari, piani di investimento, nuove assunzioni per la sanità calabrese. Ma nulla! Nel decreto, di tutto ciò, non vi è traccia. Già, perché il Consiglio dei Ministri itinerante, tenutosi a Reggio Calabria, oltre che a blindare una città intera ed oltre che a gravare sulle tasche dei cittadini (sarei curioso di conoscere le cifre spese per l’organizzazione, per la logistica, per la sicurezza e per gli spostamenti dei ministri), non ha prodotto alcun risultato, al contrario di ciò che si vorrebbe far credere. La sanità, nella nostra regione, è commissariata, da anni, dal governo e nei tanti paradossi dell’attuale fase politica italiana, quanto successo a Reggio Calabria, potrebbe considerarsi come una vera e propria autodenuncia da parte del Premier Conte e dei suoi Ministri. Di fatto, é fin troppo evidente che ci troviamo di fronte ad un decreto ricco di slogan e povero di contenuti, che non affronta in alcun modo i problemi reali del comparto sanitario e che prevede: poteri di nomina e di revoca dei direttori generali, in capo al commissario ad acta (erano già previsti dalla legislazione vigente); la verifica periodica dell’attività dei direttori generali (che già rientra, per legge ordinaria, nei poteri del commissario ad acta); l’ammodernamento edilizio e tecnologico delle reti ospedaliere, territoriali e dell’emergenza-urgenza, senza alcuna previsione di copertura finanziaria (che non può essere demandata ad un DPCM, ma va prevista con fondi certi e fruibili); l’acquisto, tramite Consip o centrali di committenza su altre regioni (violando la legge regionale, che ha istituito la stazione unica appaltante regionale-SUA); non prevede deroghe in materia di blocco del turnover. In cambio di questi “superpoteri”, così li ha definiti la Ministra Grillo, i commissari riceveranno, oltre alle indennità già previste, ben 50mila euro in più a testa e 20mila euro per le missioni. Ergo, sulle spalle dei calabresi, per mantenere la struttura commissariale, andranno a pesare 140mila euro annui. In poche parole, con il Consiglio dei Ministri itinerante, abbiamo assistito all’ennesima passerella istituzionale, che ci saremmo volentieri risparmiati e che getta, ancora, fumo nell’occhio dei nostri concittadini. D’altronde, su altre problematiche impellenti, come l’esclusione del Porto di Gioia Tauro dal progetto strategico della Via della Seta e la stabilizzazione degli ex lsu-lpu calabresi, non se n’è affatto parlato. Evidentemente, era più importante annunciare, per la ventesima volta, lo sgombero immediato della tendopoli di San Ferdinando. Quindi, Ministro Salvini, questo è il quadro desolante che ci troviamo di fronte ed in virtù della quale, ti invito ad esprimerti. Te lo chiedo io e te lo chiedono i calabresi: cosa ti ha frenato, dopo questo Consiglio dei Ministri itinerante, nel prendere una posizione ufficiale e pubblica sul decreto sanità? Perché nessuna tua esternazione, atteso il coraggio, più volte dimostrato, nel metterci sempre la faccia su ciò che pensi? Perché il silenzio su questo decreto obbrobrioso e senza logica alcuna, che nessuna normativa motivava? E credimi, la mia non è una provocazione politica o altro. Ma una riflessione oggettiva, che in tanti, in questi giorni, hanno compiuto.

Orlandino Greco       Consigliere regionale della Calabria

Segretario federale dell’Italia del Meridione

         

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