Consiglio Europeo

Riunione speciale del Consiglio europeo (17, 18, 19, 20 e 21 luglio 2020)

Il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo ha adottato conclusioni sul piano di risanamento e sul quadro finanziario pluriennale per il 2021-2027.

Recovery Fund, accordo firmato: all’Italia 209 miliardi

Il nuovo piano porta all’Italia quasi 209 miliardi. Conte soddisfatto: “Ora far ripartire il paese” (Da Quifinanza)

“Accordo”. Con una sola parola in un messaggio su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato l’intesa che ha permesso di chiudere un confronto iniziato venerdì scorso e proseguito fino al cuore della notte, che ha avuto al centro il duello sulla governance dei piani nazionali di ripresa e di resilienza fra il presidente del Consiglio

Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte. L’ultima versione sulla governance, riferiscono fonti italiane, non era gradita a Conte, cosa che ha comportato una ulteriore pausa del Consiglio.

Alla fine si è però trovata una soluzione, che consentirebbe la sola attivazione del freno di emergenza solo in casi eccezionali, che comporta un passaggio in Consiglio Europeo, senza conferirgli facoltà decisionali. L’intera procedura ricade sotto la competenza della Commissione Europea, le cui prerogative sono state esplicitamente richiamate nel testo dietro richiesta di Conte. La delegazione italiana ha anche acquisito parere legale del servizio giuridico del Consiglio, che conferma piena competenza delle prerogative della Commissione, il che vuol dire, secondo le fonti, che non c’è alcuna “possibilità di veto in nessuna fase della procedura”.

Il nuovo piano porta all’Italia quasi 209 miliardi. Si tratterebbe di oltre 30 miliardi in più rispetto alla prima proposta (173,8 miliardi). Dei 208,8 mld, 81,4 miliardi sono trasferimenti, in lieve calo da 85,24 miliardi, mentre 127,4 miliardi sono prestiti, rispetto a 88,584 miliardi. Aumentano dunque, di molto, i prestiti, che vanno restituiti ma che sarebbero a tassi molto bassi, visto che la Commissione, un emittente sovrano, si può finanziare a tassi molto bassi, avendo rating tripla A dalla maggior parte delle agenzie.

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Dopo quattro giorni e quattro notti di intensi negoziati, i Ventisette hanno finalmente trovato un accordo sul prossimo bilancio comunitario a cui è associato un controverso ma originale Fondo per la ripresa del valore di 750 miliardi di euro  

(da Il Sole 24 ore) L’intesa è «realmente storica» ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in una conferenza stampa all’alba di martedì 21 luglio.

In pillole, il bilancio per i prossimi sette anni avrà un valore di 1.074 miliardi di euro. Il Fondo per la Ripresa, che raccoglierà 750 miliardi di euro sui mercati, distribuirà sussidi per 390 miliardi e prestiti per 360 miliardi. L’intesa è memorabile perché per la prima volta i Ventisette danno mandato alla Commissione europea di indebitarsi a loro nome per una somma ingente. Il nuovo debito in comune dovrebbe indurre i Ventisette a creare nuove tasse europee in vista del suo rimborso.

Come di consueto, il presidente Michel ha tenuto una conferenza stampa insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Mentre l’ex premier belga ha messo l’accento sul carattere storico dell’intesa della notte, la signora von der Leyen ha voluto ricordare il percorso da ora in poi. L’accordo dovrà essere ratificato a livello nazionale per via della nuova clausola di indebitamento della Commissione e approvato dal Parlamento europeo.

La maratona negoziale è stata incredibilmente lunga perché i nodi arrivati sul tavolo dei leader erano numerosi. Poco alla volta sono riusciti a trovare una intesa nella quale tutti hanno dovuto accettare un compromesso. Ciò detto, una prima analisi mostra il ruolo influente, se non determinante, dei piccoli paesi che in circostanze come queste, nel quale l’accordo deve essere preso all’unanimità dei Ventisette, possono tenere sotto scacco il resto della compagine. Non per altro Francia e Germania hanno negoziato insieme.

«Abbiamo adottato un massiccio piano a favore della ripresa: un prestito in comune per rispondere alla crisi in modo unito e investire nel nostro futuro. Non l’abbiamo mai fatto! La Francia ha portato incessantemente questa ambizione», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. La cancelliera Angela Merkel si è detto «tranquilizzata nel vedere che l’Europa può ancora agire insieme».

Tornando all’intesa, e ai vari nodi negoziali. Sulla proporzione tra prestiti e sussidi distribuiti dal Fondo per la Ripresa, Francia e Germania hanno dovuto accettare di ridurre le loro aspettative.

I sussidi non ammonteranno a 500 miliardi, ma a 390 miliardi. I prestiti invece aumentano da 250 a 360. La nuova proporzione è soprattutto il risultato di cinque paesi – Austria, Olanda, Danimarca, Svezia e Finlandia – che volevano limitare il denaro a fondo perduto.

Per ottenere il loro accordo vi è stato anche un forte aumento (in alcuni casi un raddoppio) dello sconto di cui godono in primi quattro paesi appena elencati.

Sull’iter di approvazione dell’esborso del denaro del Fondo, l’Olanda ha dato battaglia perché ci fosse un voto unanime dei paesi membri. L’Aja ha dovuto accettare un compromesso che nell’iter coinvolge il Consiglio europeo, ma solo quando vi sono “deviazioni serie” rispetto agli impegni presi.

Quanto all’Italia, sul fronte finanziario il governo Conte è riuscito a strappare circa 80 miliardi di sussidi e 120 miliardi di prestiti. Rispetto alla proposta della Commissione europea, l’ammontare dei sussidi rimane pressoché invariato perché è stata introdotta una modifica alla chiave di ripartizione che in qualche modo avvantaggia l’Italia, nonostante un calo delle sovvenzioni totali (da 500 a 390 miliardi). Il paese tuttavia dovrà accettare forme più intrusive nella gestione del denaro.

Il Fondo per la Ripresa distribuirà risorse tra il 2021 e il 2023, e rimarrà in vita fino al 2026. Il rimborso del denaro preso a prestito deve iniziare dal 2027. Da qui ad allora, i Ventisette dovranno mettersi d’accordo per garantire al bilancio comunitario nuove risorse proprie. «Per la prima volta nella storia europea, il bilancio è collegato agli obiettivi climatici, per la prima volta il rispetto dello stato di diritto diventa una condizione per la concessione di fondi», ha spiegato il presidente Michel.

Il Sole 24 ore   leggi tutto

Osservazioni del President Charles Michel 

Ciao a tutti. Ce l’abbiamo fatta. L’Europa è forte. L’Europa è unita.
Lo abbiamo fatto: l’Europa è solida, l’Europa è solida e, soprattutto, l’Europa è unita.
Abbiamo raggiunto un accordo sul pacchetto di risanamento e sul bilancio europeo. Questi erano, naturalmente, negoziati difficili in tempi molto difficili per tutti gli europei. Una maratona che si è conclusa con successo per tutti e 27 gli stati membri, ma soprattutto per il popolo. Questo è un buon affare. Questo è un affare forte. E, soprattutto, questo è l’accordo giusto per l’Europa, proprio ora.
Vorrei ringraziare tutti i leader e il Presidente della Commissione e i loro team per il loro duro lavoro. Abbiamo mostrato responsabilità collettiva e solidarietà e abbiamo anche dimostrato la nostra fiducia nel nostro futuro comune. E questo accordo invia un segnale concreto che l’Europa è una forza d’azione.
Abbiamo negoziato sul denaro. Ma, naturalmente, è molto più che denaro. Riguarda i lavoratori e le famiglie, i loro lavori, la loro salute e il loro benessere. Credo che questo accordo sarà visto come un momento cruciale nel viaggio dell’Europa, ma ci lancerà anche nel futuro. In effetti, è la prima volta, la prima volta nella storia europea che il nostro bilancio sarà chiaramente collegato ai nostri obiettivi climatici. La prima volta, la prima volta che il rispetto dello stato di diritto è un criterio decisivo per la spesa di bilancio. E la prima volta, la prima volta che rinforzi congiuntamente le nostre economie contro una crisi.

Abbiamo deciso di sostenere un budget per i prossimi sette anni per un importo di 1074 miliardi di euro. Abbiamo deciso di mobilitare 750 miliardi di euro per sostenere una capacità di ripresa economica. L’Europa è unita, l’Europa è lì.
Abbiamo adottato delle linee guida in termini di risorse proprie che rappresentano uno slancio per il futuro del progetto europeo, identificando su quali temi lavoreremo con orari precisi.
Abbiamo ritenuto che lo stato di diritto, la governance, i nostri valori comuni dovrebbero essere presenti. Sono stati anche coinvolti nelle decisioni che prendiamo oggi.
Come puoi vedere, abbiamo dimostrato che la magia del progetto europeo funziona, perché quando pensiamo che sia impossibile, c’è resilienza grazie al rispetto, grazie alla cooperazione, anche grazie alla volontà di lavorare insieme , per superare le difficoltà insieme, grazie al rispetto reciproco, esiste questa capacità di affrontare l’essere uniti, l’essere uniti.
Questa è la magia del progetto europeo. Oltre le differenze, oltre la sensibilità, oltre le opinioni, abbiamo dimostrato. È un segnale che inviamo in Europa agli europei, che inviamo anche al resto del mondo: che questa Unione Europea è un’unione di valori, questa unione, che riunisce 450 milioni di cittadini, ha il capacità, quando il momento lo richiede, di rispondere con forza, con fermezza.
Il segnale che stiamo inviando è un segnale di fiducia e penso che sia un segnale essenziale in un momento in cui il mondo e l’Europa sono stati colpiti da una crisi senza precedenti. Alcune ore fa, sono stati osservati più di 600.000 decessi dovuti a COVID.
Sappiamo che questa crisi colpisce e influenzerà famiglie, donne e uomini. Sappiamo che la responsabilità dei leader politici nel quadro democratico che ci unisce è quella di essere in grado di dimostrare la nostra capacità di garantire che forniamo risposte concrete, reali.
E la decisione che viene presa non è una decisione virtuale. È una decisione concreta che avrà e dovrà avere un impatto positivo per garantire che possiamo guardare al futuro con la determinazione di essere all’altezza di questa sfida.                                                      Visita il sito Web

LE CONCLUSIONI SUL RECOVERY FUND IN LINGUA ORIGINALE    (63 pag.)    LINK   

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