Il Consiglio ha deciso oggi di prorogare di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2021, le sanzioni riguardanti settori economici specifici della Federazione russa.
La decisione fa seguito all’ultima valutazione, effettuata in occasione della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 19 giugno 2020, dello stato di attuazione degli accordi di Minsk, che era prevista per il 31 dicembre 2015. Dato che la piena attuazione non è ancora stata conseguita, i leader dell’UE hanno adottato la decisione politica di rinnovare le sanzioni economiche nei confronti della Russia. Le misure restrittive sono state originariamente introdotte nel 2014 in considerazione delle azioni destabilizzanti della Russia nei confronti dell’Ucraina e riguardano i settori finanziario, dell’energia, della difesa e dei beni a duplice uso. Le sanzioni limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE da parte di determinate banche e imprese russe e vietano forme di assistenza finanziaria e intermediazione a favore degli enti finanziari russi. Le misure vietano anche l’importazione, l’esportazione o il trasferimento, diretti o indiretti, di qualsiasi materiale connesso alla difesa e introducono il divieto dei beni a duplice uso che possono avere scopi militari o essere destinati a utilizzatori finali militari in Russia. Le sanzioni limitano inoltre l’accesso russo a determinate tecnologie sensibili che possono essere utilizzate nel settore energetico russo, ad esempio per la produzione e la prospezione del petrolio. Misure restrittive dell’UE in risposta alla crisi in Ucraina |