Il sindaco, la giunta e il Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore ricordino all’ufficio tecnico dell’ente che con proprio atto, contro il quale ora si può ricorrere soltanto al capo dello Stato, l’Anticorruzione nazionale ha chiesto di salvaguardare 14 lavoratori della cooperativa Città pulita, esclusi dal personale della raccolta differenziata benché avessero manifestato per iscritto la volontà di essere assunti dal nuovo gestore del servizio». Lo affermano, in una nota, i deputati del Movimento Cinque Stelle Francesco Sapia e Paolo Parentela, che con la parlamentare Dalila Nesci (M5S) hanno seguito la vicenda fin dall’inizio, presentando interrogazioni ed esposti. «È molto grave – proseguono i due deputati – che finora l’ufficio tecnico comunale abbia ignorato, se non eluso, il contenuto del provvedimento dell’Anticorruzione nazionale, scambiandolo per una lettera esortativa. Molto più grave è che questi lavoratori, cui atti e fatti danno ragione, siano abbandonati dal Comune di San Giovanni in Fiore, che ha bandito la gara pubblica per il servizio in argomento. Basta con le finzioni, perché questi operai hanno terminato l’indennità di disoccupazione, causata dall’irresponsabilità della maggioranza politica locale». «A riguardo anche la Prefettura di Cosenza – sottolineano i parlamentari 5stelle – ha chiesto l’applicazione della clausola di salvaguardia, tassativa salvo che a San Giovanni in Fiore non valgano regole e procedure speciali estranee all’ordinamento giuridico italiano». «Pertanto ci auguriamo – concludono Sapia e Parentela – che l’amministrazione comunale la smetta con questa recita a soggetto e provveda subito secondo quanto ha stabilito l’Anticorruzione nazionale, che non è un bar dello sport».