Nella Riserva Naturale delle Valli Cupe per una vacanza “green” all’insegna del birdwatcher e soprattutto istruttiva per entrare in contatto col prezioso patrimonio faunistico di questa parte del Mezzogiorno italiano. Sei birder (chi pratica il birdwatching: l’osservazione e lo studio degli uccelli in natura) del Gruppo ornitologico “Nisoria” di Vicenza hanno trascorso una giornata nelle Valli Cupe soddisfatti per gli incontri fatti nel corso delle molte soste considerate “di estremo interesse naturalistico”. Dalla bella colonia di Falco grillaio, una delle specie europee più importanti, osservata nei piani che precedono la Riserva, ai rapaci di varie specie, quelli nidificanti come il biancone, il falco pellegrino, il gheppio, lo sparviere e la poiana. Non sono mancate le specie in sosta migratoria, come l ‘Albanella minore, il Falco di palude, il Nibbio bruno, l ‘Aquila minore e tanti passerifomi come la Sterpazzola, l’Averla capirossa, lo Stiaccino e la Sterpazzolina comune. Entusiasmo ha suscitato l’osservazione dello Scoiattolo nero, il ritrovamento del Tritone italico e il Granchio di fiume”. L’ornitologo calabrese Mimmo Bevacqua, un aficionados delle Valli Cupe che ha accompagnato il gruppo veneto e ha in animo di realizzare nella Riserva dei carnai per alimentare gli uccelli, ha ribadito che “nell’area delle Valli Cupe gravitano numerose specie di uccelli, molte delle quali rare e a rischio di estinzione: preservarle e garantirne la conservazione, in un luogo ecologicamente perfetto come le Valli Cupe, è un compito a cui dedicarsi con maggiore lena”. Il direttore della Riserva Carmine Lupia ha fatto avere agli amici veneti la recente pubblicazione a cura della Riserva “Etnofauna in Calabria” (Rubbettino editore) che racconta con taglio divulgativo gli animali calabresi, sia dal punto di vista scientifico che da quello storico-culturale: “Le specie descritte sono circa 170, suddivise, per comodità di consultazione, nei seguenti gruppi: animali domestici; insetti e altri artropodi; mammiferi selvatici; pesci, crostacei, molluschi e vermi; rettili e anfibi; uccelli selvatici. L’idea che andassero perdute per sempre le conoscenze custodite in quello scrigno prezioso rappresentato dai racconti dèi nostri nonni e delle nostre nonne, frutto di un sapere antico che ha accompagnato nei secoli la vita del nostro popolo era per noi una ben triste idea. Ecco perché abbiamo pensato a questo libro: per contribuire a conservare memoria e radici. Le nostre, quelle legate alla nostra tradizione. Tra-dere, per non tradire.”