Grazie ai veri coraggiosi che, controcorrente, additano le persone perbene, in questo contemporaneo appannamento in cui non si riesce, per paura, ad affermare l’onestà di certi che vivono in mezzo ai lupi. Sono tra i protagonisti del docufilm “Terra Mia – non è il paese dei santi” di Ambrogio Crespi – con Klaus Davi, che è la rappresentazione della violenta ‘ndrangheta, nonché della gente colta e tradizionale di San Luca. Le vicende rappresentate catturano e invitano a riflettere sui temi che attraversano la vita e l’esistenza degli aspromontani. Storia e leggenda si inseguono e piegano il tempo fino a penetrare la realtà del quotidiano, offrendo vita alla cronaca. Ed è la profezia di un imminente Apocalisse che materializza la minaccia del diavolo, mentre cavalca in doppio petto. Ho vissuto in questi luoghi, sorpreso dall’amore incondizionato di tante persone e dal sangue dei martiri versato nelle pieghe più profonde e nelle sue imprendibili molteplicità. Il docufilm mostra in maniera giusta la gente di San Luca, dove le Istituzioni tutte vorrebbero raggiungere un solo obiettivo: la normalità.
Cosimo Sframeli