di Giovanna Foti
Domenica 31 si è svolta una solenne concelebrazione presieduta da Don Vincenzo Longo, direttore e parroco della opera salesiana di Bova Marina. La Santa Messa è stata animata dai gruppi dell’Oratorio Centro Giovanile. In seguito ci sono state le premiazioni dei video concorsi dei presepi e alberi di Natale realizzati in casa e del disegno pittura: racconta il tuo sogno.
Alle ore 11,00 presso la parrocchia dell’ Immacolata Don Francesco ha celebrato la S. Messa ricordando Don Bosco e la SPERANZA. L’ omelia è stata animata dal coro liturgico parrocchiale. Direttrice e organista: Giovanna Briguglio.
È stato bello vedere la presenza del presidente degli ex allievi/ve, dei cooperatori salesiani, del gruppo Centro Giovanile Salesiano e la cooperazione delle due Chiese. Tutto seguendo gli insegnamenti di Don Bosco.
La festa si chiuderà sabato 6 febbraio, sempre nella chiesa Don Bosco, con la S. Messa delle 18,00 celebrata da don Pasquale Cristiani incaricato della Casa Salesiani di Gioia Tauro. Alle 18,30 ci sarà la presentazione della Strenna 2021.
MOSSI DALLA SPERANZA. “Ecco io faccio nuove tutte le cose” a cura di Don Pasquale Cristiani
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Il mese di gennaio è il mese dei salesiani.
Si inizia il 22 gennaio ricordando la memoria di Laura Vicuna, una delle figlie di Maria Ausiliatrice, una grande figura per i giovani.
Morì appena tredicenne.
Ella offrì al Signore la sua vita per “cancellare” il peccato della mamma; che dopo esere rimasta vedova si era allontanata da Dio e dai suoi insegnamenti. Si dice che Laura prima di morire abbia detto alla mamma: avrò la gioia di vederti pentita prima di morire? Nel giorno del suo funerale la mamma si riavvicina a Dio e inizia una nuova vita. Nel 1988 è stata beatificata dal Papa Giovanni Paolo II ed è una tra le beate più giovani.
Sono sono tre i capisaldi della sua vita: servire Dio per tutta la vita, morire anziché che peccare e far amare e conoscere Dio alle persone e soprattutto alla madre. È venerata come la protettrice delle vittime di incesti e abusi sessuali. Il Papa l’ha proposta ai giovani come modello di coerenza evangelica portata fino al dono della vita per una missione di salvezza.
Il 24 gennaio si celebra San Francesco di Sales.
Fu un vescovo Santo innamorato della bellezza e della bontà di Dio. È considerato un vero pastore di anime. Molto devoto a Cristo, quando “capisce” la sua strada dedica tutta la sua vita al servizio di Cristo. Riesce a riportare alla fede cattolica i calvinisti, soccorre i poveri, parla molto con i fedeli e i peccatori riportando questi ultimi all’amore di Dio.
Divulga la parola di Dio, non con la polemica ma con il dialogo.
Per poter diffondere a tutti la verità Cristiana inizia a pubblicare volantini che affiggeva sui muri o metteva sotto gli usci delle case. La sua intensa attività missionaria ha ispirato molte congregazioni, tra le tante, la più conosciuta, è la famiglia salesiana di San Giovanni Bosco, dedita soprattutto alla cura dei figli delle classi meno abbienti, le suore oblate di San Francesco di Sales, le figlie di Maria Ausiliatrice fondate da Maria Domenica Mazzarello e Don Bosco, dedite all’istruzione e all’educazione femminile, le salesiane Oblate del sacro Cuore di Gesù, fondate a Bova dal vescovo salesiano mons. Cognata. Nel 1665 viene iscritto tra i santi da papa Alessandro VII e nel 1877 il beato Pio IX lo proclama dottore della chiesa.
Il 28 gennaio ha avuto inizio il triduo dedicato a Don Bosco.
Questi tre giorni sono stati dedicati all’approfondimento delle parole della Vergine Maria. Il primo giorno alle 18,00 è stata celebrata la S. Messa da Don Vincenzo, Don Lindo e Don Rino, animata dalle catechiste.
Tema: ECCO Il TUO CAMPO, ECCO DOVE DEVI LAVORARE.
Il 29 gennaio sempre alle 18,00 la S. Messa animata dagli ex allievi e ex allieve.
Tema: RENDITI UMILE, FORTE E ROBUSTO.
Alla fine della funzione il poeta vernacolare bovese Rocco Criseo e il professore Franco Iriti hanno dedicato una poesia e una canzone a D. Bosco.
Il 30 gennaio l’ ultimo tema: A SUO TEMPO TUTTO COMPRENDERAI.
Ore 18,00 S.Messa animata dai salesiani cooperatori.
Tutte e tre le sere sono state animate musicalmente dal coro liturgico parrocchiale diretto da Giovanna Briguglio con la collaborazione da Bologna dalla maestra Mimma Maesano.
Il 31 gennaio si è celebrata la festa di Don Bosco.
È stata una festa diversa da tutti gli altri anni. La mattina arrivavano pullman di altri oratori pieni di ragazzi. In tutto il paese si sentiva l’eco degli schiamazzi giovanili. Era una giornata dedita alla allegria, alla spensieratezza, ai giochi, alle risate.
Si respirava l’essenza di Don Bosco.
Sembrava fosse in mezzo a loro. Nell pomeriggio al cineteatro dell’oratorio veniva puntualmente proiettato il film della vita del Santo questo fino a sera quando tutti rientravano a casa. Purtroppo quest’anno per l’Emergenza covid 19 tutto ciò è stato rinviato a tempi migliori.
Ritornando alla figura di Don Bosco, questi è stato il promotore dell’oratorio dei salesiani. Occupa un posto molto speciale nel cuore dei giovani. Infatti viene chiamato spesso con l’appellativo “il Santo dei giovani”.
Il termine “salesiano” deriva dal nome del Santo cui era molto devoto. Francesco di Sales. Infatti si ispirò molto al suo apostolato, alla sua grande bontà, alla sua umanità e lo volle come patrono dei salesiani.
Don Bosco nasce ai Becchi, frazione di Castelnuovo d’Asti, oggi chiamato Castelnuovo di Bosco, da una famiglia umile. Il papà, vedovo e con un figlio, si sposa in seconde nozze con sua mamma. Nascono Giuseppe e Giovanni. Quando aveva due anni rimane orfano di padre e la mamma si ritrova da sola con tre figli da crescere e la suocera. La vita familiare non è stata facile per Giovanni che doveva sopportare tutte le angherie del fratellastro Antonio. Già da piccolo si vedeva che era “diverso” dai suoi fratelli. Molto intelligente amava lo studio ma era ostacolato da Antonio. La domenica assorbiva come una spugna tutta la predica del sacerdote e quando usciva dalla chiesa si fermava a giocare con i suoi amici e contemporaneamente ripeteva ciò che aveva sentito a messa. Una notte a nove anni fece il suo primo sogno (che lui chiamava premonitore). Si trovava in mezzo a ragazzi che urlavano litigavano e bestemmiavano, Giovanni come sentì la bestemmia si scagliò con calci e pugni per fermare quelle liti e soprattutto farli smettere di bestemmiare. In questa circostanza vede un uomo con un volto luminoso che gli si avvicina e gli dice: io sono il figlio di Colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno.
Non è con le botte, ma con la bontà e la carità che ti dovrai guadagnare l’amicizia e la fiducia degli amici.
Poi gli apparve la Vergine Maria che mostrandogli il campo dice: renditi umile, forte e robusto; poi posandogli la mano sul capo conclude dicendo: a suo tempo tutto comprenderai.
Piangendo Giovanni si sveglia perché non riesce a capire. La mattina dopo racconta il sogno si fratelli che ridono. Ognuno dava la propria interpretazione. Giuseppe dice che farà il pecoraio, Antonio, il fratellastro, che diventerà capo brigante, la mamma che forse farà il prete e la nonna gli dice: non bisogna credere ai sogni.
Invece questo è stato l’inizio del suo percorso verso il sacerdozio. Non è stato un cammino facile, ma fortunatamente ha trovato sempre persone che lo hanno aiutato. Presi i voti giurò di dedicare la propria vita agli altri soprattutto ai giovani.
Ed è ciò che ha fatto.
Il 31 gennaio 1988 Papa Giovanni Paolo II lo dichiarò “PADRE E MAESTRO DELLA GIOVENTÙ”.