Questione al momento aggirata con la confezione di una lista rappresentata come larga e unitaria per le europee, in realtà elusiva di quel nodo identitario cruciale che non potrà essere eluso a lungo. Un’ambiguità irrisolta visibile anche nel simbolo ove figurano semplicemente accostati il “siamo europei” di Calenda e il riferimento alla famiglia socialista europea.
Schematizzando: PD partito liberal-democratico o partito di sinistra di governo? L’orientamento di Calenda è chiaro ancorché talvolta a fatica trattenuto a motivo della sua candidatura nella lista con il PD piuttosto che in quella, a lui manifestamente più congeniale ma a rischio quorum, di + Europa.
n sintesi: la sua estrazione e il suo profilo personale e politico di uomo dell’establishment di cultura liberale; la sua partecipazione ai governi Renzi e Gentiloni dei quali rivendica i meriti; la sua iniziale preferenza per un approdo alla famiglia dei liberali europei (Alde); la totale chiusura a una confronto con i 5 Stelle e, per converso, la convinzione che interlocutore privilegiato del PD sia l’elettorato moderato di centro, solo con l’avvertenza tattica di non menzionare FI.