“Noi siamo la pasta, cioé il mondo e tutto intorno il brodo… e noi stiamo nel brodo e nuotiamo… e tutti stanno fuori e non possono entrare…..” questa garrula cantilena surreale mi stampava addosso la bimba quattrenne, ancora in odore di favole e casette di marzapane, gli occhioni bruni di piccola corsara mediterranea in divenire di mare ….da quali insondabili universi avrà tirato fuori,che neanche la maieutica a tonnellate, questa profondità di pensiero la piccolina.
Sia dal lato materno sia dal lato paterno tutti concordi nel valutare il prima o dopo Leonardo e altri simili spudorati raffronti, beatamente dimentichi che la deliziosa bimba è reduce, come tanti suoi coetanei di quella tenera età, da litri di brodini leggeri e nutrienti ove nuotano salutari quantità di stelline e quadrucci di ..pasta, anzi di vezzosa pastina, il vezzeggiativo è d’obbligo!
Fine della superna illusione…dopotutto sempre di geniale chiarità espressiva si è trattato, difficile arrendersi,sia pure indotta dalla minestrina di turno e così,dopo avere dato ragione al titolo, si ritorna alla realtà,ovvero quella fatta di pasta, ricchezza di cuore e mente che tiene unite le nostre anime vagabonde, assieme all’altro incorruttibile eroico caposaldo della nostra solare cultura, signori, sì, la mamma… che poi t’accoglie al modo della pasta…riflettiamoci un momento.
Alzi la mano chi non prova di continuo l’emozione, non altro che gioia pura,di sedersi a una tavola/desco, come imbandita dalle nostre parti, ovvero al centro delle meraviglie “re primo” e “sovrana” pasta, lunga o corta seconda l’umore, intinta nel profondo di un cuore rosso e pulsante di salsa che sobbolle lenta nello sfinire del ragù o incapriccia i più fini palati con il sentore del pomodoro fresco, due minuti in padella, mentre di lato, in abbondante acqua salata, raccomandazione mai superflua, si avvia a naturale conclusione la cottura al dente della nostra generosa protagonista. E voilà…pronto in tavola!
In quel sapido momento non è escluso che anche il più bramoso degli affamati, già pregustando l’impagabile cibo, dedichi un momento di solidale riflessione nei confronti del resto del mondo, spesso privato a torto o a ragione chissà, della possibilità di avvalersi delle intrinseche qualità nutrizionali di questo alimento “portabandiera”della nostra tipicità culinaria nazionale. Tradotto in termini squisitamente aulici, i meno fortunati dalla nascita all’ora di pranzo devono accontentarsi di varia cucina, certamente cotta, sarà mica, ultimissima dal coquinario, quello street food di novella generazione…. Nulla di scontato specie sotto il sole meridionale che da sempre ha accolto estemporanee prelibatezze, preparate lì per lì tra marine trasparenze e barocche sontuosità agli angoli delle vie di certe splendide città isolane e non solo.
Pertanto se queste sono le alternative alla nobile pastasciutta non resta (sigh!) che ripiegare sulla più ortodossa monotonia di colore, spessore, sapore, letteralmente straripante da quei malinconici sandwich che impazzano a tutte le ore mangerecce nelle scene di più e meno famose fictions a stelle e strisce per la delizia degli affezionati telespettatori.
Massima goduria concessa quella di rincitrullire, sempre con moderazione per carità, davanti a un piatto di spaghetti, contornati da speranzose polpette al sugo!
Testimonials non occasionali i due teneri quattrozampe da cartoon che giustappunto si invaghiscono l’una, Lilly, dell’altro, vagabondo innominato,accomunati da un unico esemplare di spaghetto, al suono di romantiche chincaglierie, sta per melodiose serenate!
Tanto per rimanere nei cine-paraggi,vuoi mettere la soddisfazione di ammirare “Pretty Woman”, mentre invece di combattere con quelle bizzose chiocciole fuggitive da un piatto all’altro, nel corso della stellata interpretazione che noi tutti ricordiamo,si ritrova a piluccare una ben più appetitosa pietanza gourmet insignorita da qualcuna delle nostre succulente ricette….immodesta partigiana e strapaesana visione, d’accordo, ma è la potenza della pasta che tutto scorre…..E scorre eccome!, tra onde atlantiche e correnti tumultuose a ridosso di quinte scenografiche come quelle offerte da certe Isole, ricoperte da eterne piantagioni di ortensie, nonché sede immaginifica di quell’anticiclone dal clima morigerato, manco a dirlo denominato delle Azzorre!
Ahinoi, il desso ultimamente diserta con buona dose di pervicace pigrizia le nostre contrade, ingenerando il sospetto che dopotutto il Nume dall’omerica azzurra chioma che scuote acque e terre, preferisca restare in patria, non solo per godere delle eleganti evoluzioni di vivaci tursiopi, per non volere impressionare, i soliti delfini giocosi, ma soprattutto per gustare un semplice piatto di ….”perfido” travaso lessicale in agguato…. ”spaghetti courgettes”, ove i primi non rappresentano che una sopraffina modalità dello chef di sottilmente ,cioè proprio a esili fili,tagliare le seconde,zucchine a tutti gli effetti,presso le latitudini francesi del vocabolo. Letto e sottoscritto dal menu di turno!
A questo punto dovrebbe volgere al termine questa rapida carrellata sul nostro insigne capolavoro alimentare di estro gastronomico che da sempre ci appartiene,se non fosse che,giusto una riga prima di concludere,ci si ritrova a meditare su una inedita frontiera in formato ziti, proprio quelli del dì della festa partenopea,impegnati a far da cannuccia per sorbire la classica bibita al bar! Visti nella Capitale…Un vero spreco non potere usufruire nella consueta maniera di queste autentiche golosità ma in tempi antropocenici,parola di scienziato, sembra il meno rinunciare ai “peggiori “ istinti culinari a favore della “green” pasta, concediamoci questa definizione da finale delle meraviglie…..
Poiché già nel nome si riconosce la missione,quanto sarebbe più oscuro e tetro l’intero mondo senza di lei