Da un antefatto di autentica devozione
Fra gli innumerevoli traguardi raggiunti dalle scoperte del genio marconiano del quale si celebrano quest’anno con la dovuta rilevanza i 150 anni dalla nascita avvenuta a Bologna il 25 aprile 1874, uno, in particolare va ricordato per la sua emblematica significanza: l’inaugurazione della Radio Vaticana avvenuta il 12 febbraio 1931.
“Verso le 16.20 di quel giorno fatidico”,lasciamo la parola alla consorte dello scienziato, contessa Maria Cristina Bezzi Scali,* “giunse in automobile ai Giardini Vaticani dove sorgeva la stazione radio i cui lavori aveva seguito personalmente Marconi, Papa PioXI atteso sul luogo dallo scienziato assieme ad alti dignitari pontifici nonché rappresentanti della nobiltà romana.
Dopo aver fatto visitare al Santo Padre le apparacchiature,Guglielmo Marconi, nel pronunciare chiaramente emozionato un breve discorso di presentazione,pose in evidenza la straordinarietà dell’evento che permetteva di fare udire la parola di pace e benedizione del Papa attraverso gli spazi, in simultanea nel mondo intero.”
E questo perché
con l’aiuto di Dio che tante misteriose forze mette a disposizione dell’umanità ho potuto approntare questo strumento.
Degnatevi Santo Padre di voler far sentire la Vostra augusta parola al mondo intero”.
Ciò detto sI udì un biblico radio messaggio, il primo, indirizzato con fede al mondo in estatico ascolto!
Quale preziosa,doppiamente per chi scrive nata nella Città dello Stretto, appendice di questo accadimento, tre anni dopo, ossia nel 1934 si ebbe la illuminazione sempre avvenuta dalla sede vaticana e sempre per intervento di Guglielmo Marconi, di seguito alla inaugurazione di Papa Pio XI, della stele votiva dedicata a Maria S.S.della Lettera,Protettrice perpetua di Messina come ben visibile all’imboccatura del porto.
*Maria Cristina Marconi,”Mio Marito Guglielmo” (Rizzoli Ed.,Milano 2002),come cit. in “Rivista della Dante Alighieri” anni 2009/2010,a cura di Mirella Violi in occasione del centenario Premio Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi.
Un cameo di partecipe storia messinese
Antica e ormai consolidata la tradizione devozionale dei messinesi alla loro Madonna della Sacra Lettera celebrata il 3 giugno in quanto riportato nella data della Missiva autografa suggellata dalla Vergine con una ciocca di Suoi capelli oggi conservata nella Cattedrale di Messina .
Chi scrive rende ancora una volta amoroso omaggio al sacro episodio peraltro assolutamente noto presso i fedeli in cui si rammemora dell’ambasceria del Senato messinese nell’anno 42 d.c. presso la Madre di Dio dimorante Ella a Gerusalemme.
Colà giunti gli emissari della città di Messina ebbero in dono una lettera autografa da parte della Madre di Dio nella quale si evinceva tra l’altro che:
“Avendo voi conosciuta la via della verità suffragata dalla predicazione di Paolo Apostolo confessando che il Nostro Figlio, generato da Dio, sia Egli Dio e uomo…
Per la qualcosa benediciamo voi e la Vostra città”.
VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS
Da rimarcare che quest’ultima frase è la stessa che si può leggere riprodotta sul basamento della stele votiva che in cima reca la Madonnina issata all’imboccatura del porto di Messina dalla forma naturale di falcetto/zancles, così testimoniando della primigenia denominazione data alla città dai suoi arcaici fondatori calcidesi.
Inoltre la Madre di Dio,nella chiusa della lettera conferma sua sponte di voler essere protettrice perpetua della città di Messina.
A prova di ulteriore ossequio presso gli abitanti della città dello Stretto vale l’uso di imporre il nome proprio di Letterio e Letteria addolcito dai diminutivi Lillo al maschile e Lilli al femminile.
Breve scheda anagrafica della stele*
A novanta anni dalla sua inaugurazione la stele così si presenta.
Essa, come è noto, trova il suo basamento naturale nel contrafforte del Bastione del Santissimo Salvatore, risalente alla dominazione di Carlo V dal quale fu fatto edificare nel 1546.
Il progetto a pianta ottagonale è opera dell’ing Francesco Barbaro Capo dell’Ufficio Tecnico dell’Arcivescovado,che ampiamente collaborò con una figura di vescovo molto amato a Messina, al limite della venerazione ,Mons. Angelo Paino (S.Maria di Salina 1870/Messina 1967).
Ambedue si adoperarono per la ricostruzione di molti edifici sacri distrutti dall’epico terremoto del 1908 nonché dai successivi bombardamenti angloamercani del 1943 aventi come obbiettivo le residuali fortificazioni borboniche ancora presenti nella falce.
Dal mare la stele misura in altezza 53,50 Mm, mentre la statua della Madonnina si eleva di 7 m sul globo sottostante alto m 2,50.
La statua in bronzo dorato è opera dello scultore siciliano Tore Edmondo Calabrò,detto Tore, (Cfr Biografie degli Uomini Illustri in Enc.Treccani,Nizza di Sicilia 1891-Messina 1964) formatosi come scalpellino marmista nella bottega del padre che scolpiva statue funerarie per il Gran Cimitero Monumentale di Messina.
Per consueta venerazione filiale gli abitanti della città di Messina, una volta giunti in prossimità del porto mentre attendono di sbarcare dal traghetto di turno a piedi o in automobile, non mancano mai di rivolgere uno sguardo di affezionata gratitudine alla statua della Madonnina che continua ad assicurare la Sua sacra protezione, idealmente dai marosi dello Stretto.
Passando di volata sul Ponte non sarà più così agevole scorgerne le fattezze…
Forse solo a fatica essendo la Sua visione oscurata con ogni probabilità dalle mastodontiche infrastrutture del manufatto di altezza più che vertiginosa fino al cielo ma con minore propensione, pare certo, nel significare soluzioni miracolose,più che altro mirabolanti…
*Le notizie tecniche in aggiunta sono ricavate da una stampa,collezione privata dell’autrice,edita in occasione dei settanta anni dall’inaugurazione della stele (193