Ogni anno se ne riparla ……stavolta prima di cominciare si dia spazio a…..
Un preludio respighiano…..
Ed è una speranza, un ‘aspettativa, anche, una carezza del vento che sfissiante durante la giornata, promette di divenire meno incendiario nella sera dei giardini.
Non v’è richiamo da parte di questa tipologia estiva già stanca dalle prime ore mattutine, non ci sono sirene tentatrici che facciano struggere di voluttà questo Ulisse sperduto nel labirinto di strade affocanti,al pari,meglio o peggio chissà?!, di quello immaginato da Joice.
Quanto all’altro che di diritto naviga nello Stretto omerico, non gli resta che trovare ,in mezzo al parapiglia monnezzaro , che da tempo contorna con la sua augusta presenza le millenarie vetustà romane, il fico nato da scoglio cui aggrapparsi per sfuggire alla furia vorace di Cariddi….
Parola di epico aedo che spinge verso l’approdo della poesia e ben si sa che ai poeti,qui si tratta nientemeno di Omero, tutto si concede,in forma di passionali trasfigurazioni capaci di travalicare epoche e luoghi tra generosi miti , ebbri di umana linfa.
Nel frattempo, animo….
Sufficiente rifugiarsi in qualche agenzia di viaggio esperta nel predisporre mete caraibiche di certo meno travagliate delle solite odissee alle quali l’Eroe d’Itaca si è,suo malgrado,dovuto assuefare!
Per adesso l’estate in città, di questa in particolare ,il nome già disvelato dalle peculiarità indicate poco sopra, odora sempre ad un certo punto,di meriggio lungo e bianco…….
Uffici man mano desertificati offrono una fuggevole quanto malinconica ed incupente frescura che dona il privilegio intoccabile di potersi crogiolare nel vittimismo da:
“Sono rimasto/a da solo/a a godermi l’estate in città.”
Sulla desueta scrivania,seppelliti da qualche parte sotto pratiche anch’esse discretamente accaldate, stanno in volenterosa attesa,cartacei pubblicitari,si sarà pure intuito a questo punto che si stia a narrare di ere mummificate per esiziale,si fa per dire, assenza di social, uno diverso per ogni ora del giorno,si potrebbe anche pontificare,uno al giorno toglie il medico di torno,con poteri salvifici,vai a sapere……
Tornando al dunque, ciò significa dover fare tutto a mano ,scovando a fatica destinazioni turistiche intonse o almeno eccentriche il più possibile….
Safari a dorso di cometa per esempio….
Quella di Halley? Mah…..
Le anguille della magica striscia, stanno sempre di vedetta in riva al fiume,perfino con l’afa….
Intanto si amoreggia con il caldo in città rimpiangendo, incredibile !,il traffico stravolgente di ogni mattina.
Toh,ci si può alzare dieci minuti prima dell’orario d’ufficio,tanto s’arriva in un baleno, che peccato!
Il/la nostro/a immaginario/a interlocutore/trice è quello/a medesimo/a ,parità di genere ante litteram,che ha inveito e starnazzato tutto l’anno sulla mancanza di …vuoto nell’ assedio perenne da lamiere brulicanti.
Ora può volgersi a guardare la città e finalmente la vede,con uno sguardo amoroso e sensibile ,ai tempi d’oggi si direbbe in raivision ,ovvero per una radio che si guarda, felice ne sarebbe anche il Suo Eterno Inventore Guglielmo Marconi ,attardandosi su strade,piazze,fontane,campanili tetti e logge…
Paradossalmente l’abitante di città,questa e le altre,ormai montato dalla straripante quotidianità, in un vivere senza senso e senza misura,non si raccapezza più nell’improvviso vuoto a perdere:
Che farsene ahimè di una panchina libera,silente e ombreggiata da un albero tutto per te,una rara occasione a dispetto di quei denigratori dell’ultima ora, pronti a mettere in guardia da rovinose cadute dello stesso,l’albero s’intende,sulla testa del viandante/visitatore/malcapitato DOP!
Quisquilie….dopotutto inevitabile mostrare i segni dell’età a millenni di distanza…
Psss: stiamo parlando di Roma ….meglio non farsi udire ché ultimamente diviene suscettibile a rammentarLe l’ eterna anzianità di servizio….
Pensiero nella sera con singhiozzante sospiro mal represso in accompagno….
Chissà che goduria per coloro che in questo momento si trovano intruppati dapprima nelle regolamentari code autostradali sotto il noncurante solleone agostano e di seguito,nell’ora che volge non al desio dantesco ma a quello discotecaro,ci si augura da presso, che non intenerisce più il core
ma solo le orecchie con infernale frastuono e conseguente grave vilipendio della Somma Ispirazione del Poeta!
Tali idilli si svolgono,si auspica come e meglio di prima,in quei clubs di edonismo,specie marino,comunque selvaggio e sfrenato,più che mai sul piano economico,che promettono con invariabile monotonia,ben venga nell’attuale situazione, il più becero tutto compresoche inizia dal cuoco/chef, dispensatore di gaie scorpacciate alla Trimalcione,ovvero tutti di bel di nuovo assemblati attorno al buffet/crapula con “cuisine internationale” incorporata….
Che morigeratezza di costumi in quei tempi felici ….
Oggi difatti si è ben disposti a sorvolare su eventuali sbracamenti gastronomici , a patto di recuperare al più presto l’intero scibile delle libertà d’azione e movimento, ad esempio concedendosi di nuovo vecchie e nuove sarabande musical-festaiolo-ginniche ,di sicuro giovamento per ridimensionare epe sedimentate e muscoli rincretiniti come i loro padroni che, soprattutto nolenti, a causa di emergenze ben note, li hanno tenuti rigorosamente a riposo , accolti con amore da poltrone avanti al computer,talvolta dai sedili in macchina, meno spesso del solito da comode sedute al bar e al ristorante.
Appena giunti in queste Baie della sardina o dell’impiccato, ’ mpisu in termini d’arcaico sicàno, tali i nomi lussureggianti di solito affibbiati a questi eden vacanzieri, i fortunati, vengono in un amen smistati e dotati di animatore, più o meno singolo, che non mollerà la presa per tutta la durata del soggiorno.
Dopo di ché,perduta l’identità dignitosa di sempre,si ritroveranno a vagare tripudiando,da una folla all’altra,era ora!!!,più scarmigliati che mai, Scarmiglione faceto diavolo dantesco docet, nonché entusiasti di avere ripescato intatte in valigia le fila cittadine….
Avventure d’estate in città ovvero da epilogo
In quest’erma Roma dell’anima una pazza folla, piuttosto una fauna , colma di arsura e foschia, si riversa talora tra ville e giardini, verdi fasti luculliani, sempre più rari da apprezzare alle pendici del colle pinciano di cui particolarmente gradita risulta la sosta sulle panchine che permettono di contemplare perpetui incantesimi architettonici dalle meravigliose terrazze digradanti a vista sullUrbe …
Verso il crepuscolo, non è inconsueto scorgere famigliole di suidi che grugniscono , beatamente discorrendo tra loro ,mentre cercano un angoletto tranquillo per consumare il pasto serale dopo aver fatto spesa al discount più vicino…
Su in alto, tra le frondose chiome dei Pini , miracolati ad un passo dallo schianto mortale che ancora ce la fanno a incoronare questa,nonostante tutto, Capitale dell’Universo, nuove melodie ,non sempre in carattere con i cromatismi sinfonici del grande Ottorino, intrecciano robusti richiami gracchianti, alle già stridule note gabbianesche con sottofondo di (s)trillanti esotiche note pappagallesche….
Il primo ventennio del XXI secolo è già qui con tutte le sue discordanze:
Un nuovo sortilegio si dispiega /
In colori d’elettrico e vermiglio
omissis
Ignara Roma non trasecola/
Ma ancora di perenne si entusiasma.*
Che tenerezza……parola di autrice!
Mirella Violi
P.S. Versi tratti da “Roma Civetta”, Cultura Duemila Ed. 1993, raccolta di poesie della scrivente