di Bruna Maria Antonia Primerano
Tornate nel comune di Arena, sono sfuggite alla quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva.
Prime denunce per chi si sottrae agli obblighi previsti dall’articolo 2 del Dpcm dell’8 marzo 2020 e dell’ordinanza numero 3 del presidente della Regione Calabria, rubricata “Urgenti misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica”.
Due donne di Arena, provenienti nei giorni scorsi dalla Lombardia, sono state notate in un ristorante locale, non sottoponendosi quindi alla quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva e venendo meno a quanto previsto invece per chiunque sia arrivato in Calabria negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico.
«Dispiace per quanto successo- afferma il sindaco Antonino Schinella- ma è intollerabile l’inosservanza delle disposizioni di cui sopra da parte di alcuni cittadini, anche perché domenica mattina, nell’immediatezza dell’emanazione del Dpcm e dell’ordinanza regionale, avevamo provveduto ad avvisare uno per uno i cittadini interessati dal rispetto delle prescrizioni poste dal Dpcm 8 marzo 2020, per come integrato dall’ordinanza del Presidente della Regione Calabria n. 3 dell’8 marzo 2020 e quindi del divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione. Per il momento la situazione è sotto controllo, non si registrano casi di alta complessità, bisogna quindi evitare le psicosi, ogni forma di discriminazione e di emarginazione, il panico ingiustificato è controproducente, ma al contempo serve responsabilità: ci troviamo difronte a un’emergenza sanitaria internazionale e affinché le misure adottate possano essere efficaci occorre la collaborazione di tutti i cittadini».
Schinella aggiunge «Facciamo nuovamente appello al senso di responsabilità di tutti, affinché nell’attuale situazione di grave emergenza sanitaria si conformino rigorosamente alle prescrizioni igienico-sanitarie ed ai comportamenti sociali, invitiamo chiunque arrivi in Calabria, o vi abbia fatto ingresso negli ultimi quattordici giorni, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, a comunicarlo al proprio medico, al numero verde regionale o al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale che adotteranno le misure necessarie».
Il sindaco conclude «Ribadiamo il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione per chi ha soggiornato in zone a rischio epidemiologico, mentre per lo svolgimento delle attività di ristorazione e bar si ribadisce l’obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione, mentre per gli esercizi commerciali l’obbligo dell’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori».