In questo momento delicato della vita del nostro paese, più che mai occorre ribadire con forza il valore della lotta partigiana di liberazione dal nazifascismo.
Una guerra civile e patriottica di liberazione nazionale che mise insieme uomini e donne con storie e ideologie diverse, comunisti, liberali democratici cristiani, una eterogeneità che ha rappresentato la sua principale ricchezza, in nome di un condiviso desiderio di riscatto, di indipendenza e di libertà che, messo alla dura prova dei fatti, si rivelò più tenace di ogni contrasto e costituisce il principale e imperituro valore morale della Resistenza.
E’ nella resistenza che cominciarono a farsi strada tra la gente i temi della libertà, dei diritti della democrazia non come semplice ritorno al passato ma come partecipazione universalmente intesa in un coinvolgimento di tutti i protagonisti sociali.
Pensavamo che il valore di questa nostra storia fosse ormai universalmente riconosciuto e non più messo in discussione.
Invece assistiamo da parte di esponenti di questo governo, a tentativi più o meno palesi di riscrivere questa storia, invalidandone il suo valore. Contro questo revisionismo storico, occorre ribadire con forza che la verità storica non si cambia e che la nostra democrazia trova in quella battaglia il suo fondamento. Lo dobbiamo a chi ha lottato per questo e per questo ha dato la vita e soprattutto alle nuove generazioni che hanno il diritto di sapere la verità.
Più che mai oggi occorre ricordare la celebre frase di Piero Calamandrei: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».
Giovanni Nucera