Storia lunga. Il suo percorso inizia da un passato remoto. Tra snodi, viadotti e pianori. E vuoti e silenzi, impasses burocratiche e polemiche politiche. Mentre il cammino di sviluppo reclama i suoi spazi. Finalmente l’accordo tra Enti Territoriali, ANAS, Comitati Cittadini.
La Trasversale delle Serre. La sua storia inizia su un foglio ormai ingiallito; forse anche consunto dal tempo, che non fa sconti nel suo processo di logorio lento e silenzioso. E’ riposto in un fascicolo d’archivio, dal profumo d’antico, mescolato al tanfo aspro e fastidioso d’umido.
Il documento, segna l’anno 1914 ed il primo capitolo del lungo percorso della Trasversale delle Serre. Un atto ufficiale, sul quale sono impresse genialità e lungimiranze e prospettive di sviluppo, assieme alle prime difficoltà e ai primi dissapori politici.
Un documento graziato dagli amanti della Storia. Ma la Storia, a volte, non ripaga.
Porta la data del 31 di ottobre del 1914, la “Copia di Deliberazione del Consiglio Comunale” di Serra S. Bruno. In oggetto, la costruzione di una “strada su rotaia”, che, attraversando la montagna, avrebbe unito“ l’ estrema periferia meridionale catanzarese del Regno e Porto S. Venere”, passando per Mongiana. I primi contrasti e le prime proposte di varianti non tardano ad emergere. Per redimere contese e valutare aggiustamenti, Michele Bianchi, Ministro dei Lavori Pubblici, fedelissimo del Duce, uno dei quattro quadrumviri, che, con Mussolini, preparavano la rivolta fascista e la marcia su Roma. L’intervento non ottiene il risultato auspicato. E’ accordo mancato. E sul progetto scende il silenzio.
Corre l’anno 1966. La necessità di creare nuove strade e di intensificare le vie di comunicazione, soprattutto in territori destinati altrimenti all’isolamento, insiste sull’attenzione della classe politica più sensibile all’ascolto della voce del sociale, delle comunità, dell’economia calabrese. Si pensa ad una strada, non più “su rotaia”, costosa e di difficile realizzazione, bensì ad una superstrada rimodulata ed adeguata alle esigenze territoriali e di sostenibilità ambientale, di scorrimento veloce e di collegamento breve delle fasce Jonica e Tirrenica, con attraversamento del territorio delle Serre. Il Progetto definitivo è datato 2005. Primo appalto 1983. Tra situazioni complicate di espropri, alternanze di Governi, finanziamenti insufficienti, procedure lente, architetture burocratiche, i lavori non avanzano secondo le aspettative. Si organizzano convegni, tavoli di lavoro, vertici di esperti; si costituiscono comitati e sodalizi; si organizzano manifestazioni di protesta; si scrivono trattati di opinione; si convocano le parti coinvolte nella realizzazione dell’opera.
E’ dei giorni scorsi l’ultimo incontro, svoltosi presso gli Uffici della Cittadella Regionale. Convocati i Sindaci dei Comuni ricadenti nel tratto Chiaravalle- Argusto – Gagliato – Satriano – Davoli; rappresentanti dell’ANAS e del Comitato “Pro-Trasversale delle Serre”. Una riunione articolata su posizioni differenti e con vivace confronto. Per l’ANAS, la rimodulazione del piano progettuale “non significa stravolgimento”, ipotizzando la costruzione di una superstrada a 3 corsie di scorrimento, di cui una destinata ai veicoli pesanti; condividendo, anche, la linea evidenziata dal Comitato, secondo il quale “puntare sulla stabilizzazione della viabilità esistente “sarebbe la più facile e breve via da seguire, con una significativa diminuzione di costi”. E’ concorde la posizione dei Sindaci, che segna la soluzione di una situazione difficile riguardante l’ultimo tratto di snodo viario Gagliato-Satriano-Soverato.
Sono trascorsi 100 e più anni dal concepimento della Trasversale delle Serre. Traversìe ed ostacoli provenienti da più parti ne hanno contrassegnato il percorso, addivenendo al comune convincimento di un tempo lungo, troppo lungo, di sviluppo mancato. E’ il momento giusto, in questo presente, di rivolgere lo sguardo al futuro, E’ sempre valido, e conforta, il pensiero dell’Imperatore Adriano, espresso da Marguerite Yourcenar nel suo “Memorie di Adriano”: “Costruire significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa dei luoghi, Quanta cura, per escogitare la collocazione esatta d’un ponte, per dare a una strada di montagna la curva più economica che è al tempo stesso la più pura!”