A San Vito sullo Jonio, piccolo centro delle pre-Serre catanzaresi, si è parlato della “littorina del mare”, a 50 anni dalla sua dismissione.
Un tratto di ferrovia a scartamento ridotto, compreso nella rete delle Ferrovie Calabre, attiva nell’ultimo ventennio del XIX secolo. Un Convegno, promosso dall’Amministrazione Comunale in concerto con le Associazioni locali, che ha registrato la presenza di autorità e di esperti del settore. Nostalgica memoria e occasione di proposte di recupero e di riconversione dell’ormai desueta via di trasporto su ferro.
La chiamavano la “littorina del mare”. Scorreva, in solitaria, sulle rotaie del tratto ferroviario Soverato-Chiaravalle Centrale. Al di là del fiume , tra gli alberi. Si addentrava sulla collina e nel suo ventre scavava brevi gallerie, ostentando la magia delle ombre, il fascino del contrasto buio-luce; e il suo coraggioso andare, a volte come sospeso su pittoreschi ponticelli o con lieve sussulto su addolciti strapiombi. Un percorso breve, 25 chilometri circa, di strada ferrata, distribuiti con traiettorie di un solo binario che disegnava le geometrie del territorio. Poche corse giornaliere, ridotte nelle domeniche e nelle festività; quante ne bastavano per soddisfare – sia pure con difficoltà e disagi – le esigenze delle comunità di tutto il comprensorio. Era una delle poche tratte a scartamento ridotto, costruite dalle Ferrovie Calabre nell’ultimo ventennio del XIX secolo nell’Italia Meridionale, “per il traffico di passeggeri e per il trasporto di merci”, del tutto locale. Ma già la si guardava nella prospettiva di sviluppo per il suo sbocco costiero: una sorta di trait d’union tra il Mar Tirreno e lo Jonio, come si rileva in un documento d’archivio di quegli anni.
Era il 15 dicembre del 1924 quando lo sbuffante trenino, la “littorina del mare”, poi, diffondeva il suo primo fischio ed emetteva il primo strepito sulle rotaie luccicanti di fabbrica, provenienti dalle ferriere di Mongiana, sotto una leggera pioggia decembrina, che evaporava e si sfrangiava in leggeri cumuli nebbiosi, restituendo al paesaggio il naturale ciclico alternarsi delle stagioni. La natura esibisce generosamente scenari a volte surreali: non si sa cosa presenti di volta in volta, perché ogni angolo non è mai lo stesso. Come la rete di rapporti umani, intessuta, maglia dopo maglia in 50 anni di attività, sulla littorina del mare. Che la stessa con sè portava, capace di infittire una tela resistente al tempo e che nel tempo diventava monumento nella storia dei viaggiatori, delle cose, dei luoghi. Tante microstorie. Di operai, di studenti, di impiegati, di professionisti, di occasionali venditori dei prodotti della terra.
Poi i tempi si evolvevano: cambiavano gli stili di vita, mutavano le esigenze lavorative, e le vie di comunicazione si adeguavano al passo veloce dei processi di sviluppo, determinando altri paradigmi.
La littorina del mare venne considerata improduttiva: il tratto ferroviario Soverato-Chiaravalle Centrale fu dismesso. Era l’anno 1969.
Ancora oggi le guide d’acciaio parallele insistono, sotto il graffio della ruggine, soffocate da deiscente vegetazione, che ne stempera l’asprezza del logorio del tempo.
Su ogni traccia c’è memoria. Ed ogni memoria elabora ricordi, richiama vissuti, recupera il senso del resistere. Per interrompere il cerchio di mere nostalgie e ridisegnare nuove parabole, tracciare possibili altri percorsi.
Di tanto si è detto nel convegno svoltosi in Piazza Filanda del centro pre-serrese, affaccio naturale sullo Jonio.
Prima, i saluti del sindaco Alessandro Doria. Quindi il microfono ha da dato voce a Giuseppe Pedà, ex Presidente delle Ferrovie Calabro-Lucane e Consigliere Regionale, per una ragionata memoria storica. Ha evidenziato una possibile rinascita del trasporto su strada ferrata mediante trasformazioni d’uso, l’amministratore unico di “Ferrovie della Calabria”, Antonio Parente; possibilità accolta con entusiasmo dal pubblico attento e numeroso. In continuità col precedente relatore, l’intervento del Presidente del Gal Serre Calabresi, Marziale Battaglia: la rinascita delle linee ferrovie dismesse può essere diretta nella riconversione delle stesse in “ferrovie turistiche”, come avvenuto per “il treno della Sila”, che tanto successo, in termini di fruizione, ha ottenuto e continua a riscuotere. Disponibilità al concreto accoglimento delle proposte è stata espressa dall’Assessore Regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno, che, concludendo i lavori, ha immaginato piste ciclabili sostitutive, confacenti anche a livello di sviluppo sostenibile, iniziando proprio dalla desueta linea Soverato- Chiaravalle Centrale.
Ora è il momento della progettualità e della concreta fattibilità. Vera consapevolezza e volontà di ricreare, perché la “littorina del mare” non sia soggetto assente.