“Badolato amata terra mia tra cielo e mare”: tema e titolo del film documentario pensato e realizzato da Imelda Bonato, la regista veneta innamorata della terra di Calabria.
Un progetto in fieri per un tempo relativamente lungo. Diversi anni di studio e di lavorazione, infatti, alimentati da grande passione, che l’esperta regista ha condensato in un medio-metraggio della durata di 66 minuti.
Ad opera conclusa, la parola “fine” non è che una cerniera convenzionale, poiché il film è destinato a diventare cassa di risonanza oltre i confini regionali, per i contenuti evocativi, cesellati in suggestivi scenari e in costante e crescente tensione emotiva. Perché Badolato, “terra tra cielo e mare”, ha il volto della collina, con i tratti luminosi della costa jonica e i segni delle rugosità delle pre-Serre calabresi. Una configurazione fantasmagorica, che esalta la vivacità del luogo, coniugata con i paradigmi della storia, dell’arte e del folklore, con la malinconia dell’abbandono, il coraggio della rinascita, la generosità dell’accoglienza e dell’inclusione.
E’ stato “luogo abbandonato” per effetto della intensa emigrazione. “Paese in vendita”, genialmente e metaforicamente posto dall’Amministrazione Comunale, per destare curiosità ed attenzione a livello internazionale. “Borgo degli Angeli”, quando nel 1987 divenne “sede di una delle 18 comunità di MondoX , fondata da Padre Eligio Gelmini”, nel dismesso Convento Francescano di S. Maria degli Angeli. “Terra di accoglienza”, per aver aperto le porte , nel 1997, ai più di 300 profughi curdi sbarcati sulla costa badolatese: primo esempio di accoglienza e di integrazione in Calabria, immortalato nel cortometraggio “Il Volo” del regista Wim Wenders.
Badolato è ormai da tempo oggetto di studio del Politecnico di Milano, nuovo domicilio di diverse famiglie provenienti soprattutto dai Paesi del Nord Europa, meta di visitatori e di turisti da tutto il mondo.
Attenzione e presenze intensificate nei giorni scorsi, in occasione della presentazione, in anteprima nazionale, del film-documentario , nel quale l’artista veneta ha impresso, di Badolato, il volto, l’anima, il respiro, i colori della terra e del cielo e del mare, il brusio dei vicoli, le voci dell’antica “Piazza Castello”, i rintocchi della cinquecentesca Torre Campanaria e dei campanili delle numerose chiese, le luci del Belvedere.
L’evento si è svolto presso l’Agriturismo “Zangarsi”, incastonato in “un maestoso naturale anfiteatro che spazia da Isola Capo Rizzuto a Punta Stilo”. Presenti, con inviti personalizzati, pochi eletti, oltre agli attori e persone di comparsa nel film, ai giornalisti del territorio, ai collaboratori, agli amici ed ai familiari della regista.
Il sindaco Gerardo Mannello ha rivolto parole di saluto agli intervenuti ed espressioni di gratitudine a Imelda Bonato per il prezioso documento prodotto. E’ seguita l’appassionata relazione di Vincenzo Squillacioti, storica anima della comunità badolatese , fondatore del periodico locale “La Radice”. Lo stesso, ha dato lettura del messaggio pervenuto dal vice-Sindaco di Noventa Vicentina, città della regista, nei confronti della quale viene evidenziata l’ammirazione “per l’impegno civile e culturale, espresso con poetico realismo nei numerosi corto e medio-metraggi realizzati nel corso della carriera artistica”. Quindi l’annuncio dell’assegnazione del “Gran Premio delle Generazioni”, da parte dell’omonima Università, all’artista veneta, per il suo brillante curriculum.
Preludio alla proiezione del film, il concerto tenuto dai musicisti autori della colonna sonora: un momento che significativamente ha creato la giusta atmosfera alla visione del film.
Per Badolato, forse, è sotteso un nuovo viaggio. Tra cielo , mare e tanto altro futuro . A riprova che il film di Imelda Bonato è più che un documentario.