Inaugurata a Soverato “Una stanza tutta per sé”, presso la Caserma dei Carabinieri della città jonica catanzarese. Voluta dal Comando della Compagnia Carabinieri e dalla Soroptimist International Club locale per le audizioni delle donne vittime di violenza. Un’azione positiva e una sfida.
“Una stanza per le audizioni per le donne vittime di violenze che trovano il coraggio di denunciare”. Questo l’obiettivo per il quale è stata inaugurata, presso la Caserma dei Carabinieri della Città jonica catanzarese, “Una stanza tutta per sé”. E’ stata voluta dal Comando della Compagnia Carabinieri di Soverato e dalla Soroptimist International Club della stessa Città.
La stanza accoglierà le donne, vittime di violenza in tutte le forme e declinazioni. Donne devastate, nel fisico e nello spirito, che hanno la forza e il coraggio di denunciare. Ascolterà la loro voce, incrinata dai graffi della vita.
E’ da poco trascorsa la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E 20 anni sono decorsi dalla sua istituzione. Era il 17 dicembre 1999, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la risoluzione n.54/134, con cui indicava il 25 novembre quale giorno di commemorazione, sensibilizzava Istituzioni, Organizzazioni, Enti, società civile, al pesante problema, invitando le stesse a promuovere azioni positive, mirate a contrastare il fenomeno di violenza di genere. Per dare voce alla donna, voce che non sia soltanto ultima nota di canto amore-morte, poiché, come scrive Eliezer Wiesel, “il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato”.
Il fenomeno dello stalking e del femminicidio, nella società avanzata e progressista, ha raggiunto livelli esponenziali, fino a configurarsi vero problema sociale. La cronaca quotidiana registra e racconta storie di violenza di genere consumata in ogni latitudine, in ogni paese della Terra; che sia spazio familiare o contesto lavorativo, angolo di parco o di strada . E’ impossibile una caduta di attenzione verso questi tragici eventi. Ma le reazioni, i cortei, le polemiche, se pure suscitano stati emotivi di sconcerto e di sgomento, se pure capaci di smuovere le coscienze, non producono effetti concreti. Il rapporto ISTAT conferma che “in questi ultimi tempi le denunce sono aumentate del 50% ; i casi hanno raggiunto una escalation da punta di iceberg”; ma, tanti, molti, restano confinati nel silenzio drammatico più della tragedia stessa, accanto al simbolo delle scarpette rosse, abbandonate sull’apparato scenografico.
E’ tempo di consapevolezza, pertanto; tempo di esplorare fondali più profondi nel rapporto dominio uomo – donna. Dell’uomo, esecutore di atti infami sotto la spinta di “alterazione mentale”, secondo Laura Bellomo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Della donna ingabbiata e vittima di una realtà fuorviata nei costumi, nei concetti, nei modi di pensare.
La Legge n.38/2009 ha istituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un numero verde, cui fare riferimento ai fini della tutela delle donne vittime di atti persecutori. Si rivela utile l’opera dei Centri antiviolenza, delle Case rifugio, delle Live Chat, degli sportelli d’ascolto, delle strutture in rete Di.Re. L’elaborazione della Carta di questi organismi associativi è traccia significativa della loro identità, per quanto attiene la metodologia di azione e la garanzia della sicurezza.
L’impegno non è facile, né semplice. La donna è incline al silenzio, alla rassegnazione. Soggiogata dalla paura e dall’ansia del rischio, tace. E’ importante farle riscoprire la sua stessa grandezza e bellezza, il suo coraggio e la sua dignità.
Ce la farà questa società?
Come scrive Helga Schneider, “ avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri”.
Ed è sfida ormai.