Bandire da questo tempo e da ogni tempo parole come indifferenza, egoismo, divisione e dimenticanza, fermare i conflitti con un cessate il fuoco globale, allentare le sanzioni internazionali riducendo, se non addirittura condonando, il debito pubblico perché ogni Stato sia messo in condizione di fronteggiare l’emergenza e curare i propri cittadini. A chiederlo è il Papa durante l’Urbi et Orbi, pronunciato, per la prima volta nella storia, dai cancelli dell’Altare della Confessione, all’interno della Basilica vaticana. E pure se non ha l’eco della piazza e l’impatto visivo della Loggia delle Benedizioni, il suo messaggio pasquale, seguito in mondovisione, raggiunge con forza ogni angolo del pianeta, oggi oppresso dalla pandemia, insieme alla voce della Chiesa che annuncia a tutti: “Gesù Cristo è risorto, è veramente risorto”. (Guarda il video integrale della Santa Messa e Messaggio Urbi et Orbi)
Non un semplice augurio, non una formula magica che fa svanire i problemi ma, ripete Francesco, prima di allargare il suo sguardo sui cinque continenti, la certezza dell’amore che vince sulla morte, del bene che trionfa sul male e che è “marchio esclusivo del potere di Dio”. Ed è proprio questo potere di liberazione, insieme al “contagio della speranza”, che egli invoca sull’umanità ferita e afflitta da un virus colpevole di aver fatto già troppe vittime e messo in ginocchio l’economia di intere nazioni.