«Reggio non è una pedina di scambio, la cui guida possa essere promessa a una forza politica in cambio della guida di qualche altro Comune o di qualche altra Regione – ha sottolineato con forza Giuseppe Falcomatà –: Reggio è la nostra città, e va difesa contro tutto e contro tutti».
E l’amministratore ha ricordato alcuni degli snodi affrontati con successo dalla sua Amministrazione: stabilizzazione di 106 Lsu precari dal 1998, salvataggio dell’Atam, fusione delle ex Reges e Recasi e trasformazione nella nuova società in house Hermes, creazione della nuova società in house Castore con l’assunzione di 126 persone e l’implementazione dei 45 lavoratori ex Idrorhegion, trasporto pubblico locale “smart”, erogazione del cruciale servizio d’asilo nido comunale generando 80 nuovi posti di lavoro.
Accanto al primo cittadino, il delegato di lista Antonio Laganà e il consigliere comunale uscente Valerio Misefari.
In particolare Misefari – eletto appunto nella lista Reset nel 2014 e non ricandidato per motivi familiari – ha evidenziato che «soltanto chi non vuol vedere, non vede come sia in atto un vergognoso boicottaggio nei confronti del sindaco, partito con la chiusura delle discariche e culminato in altri gravissimi atti».
Numerosi gli interventi dei candidati, su temi come lavoro ed emigrazione, opere pubbliche, reti sociali, impresa e attività produttive, decoro urbano e, più in genere, sulla progettualità in vista del “secondo tempo” dell’amministrazione Falcomatà, da disputare nei prossimi cinque anni.