Globale
(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 25 Novembre ore 10.40 am)
- 59.204.902 casi confermati nel mondo dall’inizio della pandemia
- 1.397.139 morti
Regioni OMS
Europa
(Ultimi dati OMS, inclusa Italia, fonte Dashboard Who European Region, 24 Novembre ore 10.00 am)
- 17.284.585 casi confermati
- 383.363 morti
(Ultimi dati, inclusa Italia, fonte Dashboard ECDC, 25 Novembre 2020)
- Francia casi confermati 2.153.815 morti 50.237
- Spagna casi confermati 1.594.844 morti 43.668
- Regno Unito casi confermati 1.538.794 morti 55.838
- Italia casi confermati 1.455.022 morti 51.306
- Germania casi confermati 961.320 morti 14.771
America
(Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 25 Novembre ore 10.40 am)
- 25.223.599 casi confermati
- 704.787 morti
Sud Est Asiatico
- 10.524.941 casi confermati
- 160.603 morti
Mediterraneo orientale
- 3.899.741 casi confermati
- 98.966 morti
Africa
- 1.457.599 casi confermati
- 32.781 morti
Pacifico Occidentale
- 851.692 casi confermati
- 16.975 morti
Mappe interattive (dashboard)
Report internazionali
Vedi anche
Valutazione del rischio ECDC
(aggiornamento al 23 Ottobre 2020)
I tassi di notifica dei casi COVID-19 sono aumentati costantemente in tutta l’UE / SEE e nel Regno Unito dall’agosto 2020, ma non hanno il medesimo impatto in tutti i Paesi. In diverse aree l’aumento osservato è correlato all’aumento dei tassi di test e all’intensa trasmissione tra gli individui tra i 15 ei 49 anni di età, mentre la maggior parte dei rilevamenti riguarda casi lievi o asintomatici. Tuttavia, in altri Paesi, l’aumento coincide con tassi di notifica elevati o in aumento nelle persone anziane e, di conseguenza,è presente una percentuale maggiore di casi ospedalizzati e gravi. L’aumento dei livelli di trasmissione osservato indica che gli interventi non farmaceutici in atto non hanno raggiunto l’effetto desiderato, o perché l’aderenza alle misure non è ottimale o perché le misure non sono sufficienti per ridurre o controllare l’esposizione. Inoltre, la vulnerabilità della popolazione alle infezioni rimane elevata, poiché i dati disponibili dagli studi di sieroprevalenza suggeriscono che il livello di immunità nella popolazione è <15% nella maggior parte delle aree all’interno dell’UE / SEE e del Regno Unito. L’attuale situazione epidemiologica in molti Paesi è preoccupante in quanto pone un rischio crescente di infezione per gli individui vulnerabili (individui con fattori di rischio per la grave malattia da COVID-19, come gli anziani) e per gli operatori sanitari.
Paesi con trend stabili
Al 23 ottobre, i Paesi UE / SEE con un trend stabile includono Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Liechtenstein e Norvegia
Paesi con trend preoccupanti
Secondo gli ultimi dati disponibili, i Paesi classificati come fonte di grave preoccupazione sono Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca, Danimarca, Francia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia,Germania, Lettonia , Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Il contemporaneo aumento della positività al test osservato in molti Paesi, che per alcuni è stato accompagnato da un aumento dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva, indica una situazione epidemiologica in aumento. Pertanto, la probabilità complessiva di infezione per la popolazione di questi paesi è molto alta.
Dall’allerta alla pandemia
Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) come agente causale della malattia respiratoria poi denominata Covid-19. La Cina ha reso pubblica la sequenza genomica che ha permesso la realizzazione di un test diagnostico.
Il 30 gennaio l’OMS ha dichiarato l’epidemia di Coronavirus in Cina Emergenza internazionale di salute pubblica.
L’OMS ha elevato la minaccia per l’epidemia di coronavirus al livello mondiale a livello “molto alto” il 28 febbraio 2020.
L’11 marzo 2020 il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha definito la diffusione del Covid-19 non più una epidemia confinata ad alcune zone geografiche, ma una pandemia diffusa in tutto il pianeta.
Data ultimo aggiornamento: 25 novembre 2020