Le diverse giornate che vengono istituite in maniera tematica per affrontare problemi sociali diventano date sul calendario da ricordare, ma per essere soltanto numeri ricorrenti. La disabilità anzi la diversa abilità è un’opportunità differente ed un approccio diversificato alla realtà. Il diversamente abile non è una persona diversa, ma ha bisogno di approcci diversi alla realtà oggettiva nel proprio modo di agire ed è per questo che ha bisogno di grande empatia ,comprensione e facilitazione di espressione. Cosa significa tutto questo in termini pratici? Significa creare le condizioni di uguali percorsi per raggiungere un traguardo, creare uguali opportunità per raggiungere degli obiettivi .Camminando in città ci rendiamo conto di quanti possano essere gli ostacoli o le assenze di dispositivi di assistenza alla mobilità per le persone diversamente abili .Le istituzioni che dovrebbero essere il volano di sviluppo della cultura della condivisione e dell’inclusione sociale diventano i primi carnefici nel non rimuovere gli ostacoli per i diversamente abili. Provate ad entrare a Palazzo San Giorgio da piazza Italia o dal corso Garibaldi in carrozzella, non è possibile perché esistono i gradini da superare. A cosa servono le belle parole “Smart city”, ”Friendly”, ”Green” se non si coniuga il verbo includere con competenza, consapevolezza e progettazione sociale per rimuovere gli ostacoli e le barriere architettoniche? Dobbiamo partire dalla programmazione di interventi che rendano possibile l’attuazione di semafori acustici per i non vedenti ed elimini ogni barriera architettonica. Non c’è bisogno di creazione di Task force mediatiche di amici o competenti, adesso è arrivato il tempo dell’azione propositiva e da parte mia ci sarà la proposizione di una progettazione urbanistica, tecnologica e sociologica che terrà conto del superamento della concezione di diverse abilità , per migliorare la fruizione di servizi e per rimuovere barriere fisiche e mentali.