È passato quasi un anno da quando abbiamo dovuto cominciare ad affrontare quella che per molti è stata o continua ad essere la più perigliosa procella.

Il pensiero corre al passato, al viaggio della vita che molti anni addietro abbiamo iniziato e, in particolare appunto, all’ultima tappa, difficile, letale per molti. Una tappa che ha messo a dura prova la nostra capacità di adeguamento, la nostra resilienza personale, la nostra capacità di reazione, di riflessione, di discernimento, come cittadini ostaggio di una tempesta mediatica,  in un mare sovraffollato di informazione, artatamente contaminato da disinformazione disorientante.

Un mare con improvvisati naviganti, senza vela e senza remi. Tutti esperti, tutti scienziati, tutti politologi, tutti a fare razzia di verità; giornalisti deontologicamente precari che non danno informazioni ma opinioni editorial-politiche interessate in nome di un concetto di libertà deviato che presuppone la menzogna e, se non proprio,  spesso quella notizia surrettizia che, appunto, omettendo aspetti rilevanti genera conclusioni distorte.

Non trascuriamo poi le strategie che muovono da asserti falsi ammantati dall’alibi del periodo ipotetico: se … allora; ma intanto il seme del dubbio cammina, si amplifica, prende spessore sui social; di fatto pochi riescono o si prendono il compito di verificare.

Le strategie di convincimento occulto sono diventate sofisticate. Le bugie a forza di essere ripetute diventano convincimenti che si trasformano in consensi di massa tanto più rapidamente quanto più alto è il fiancheggiamento di social e media, spesso creati all’uopo. E … la chiamano democrazia

Un viaggio di grande esperienza che ha potuto arricchire chi ha appreso come ci si pone per navigare senza danni. Una vaccinazione che ha potuto precedere quella anticovid sviluppando gli opportuni anticorpi in una società abbastanza complessa.

Presto arriveremo alla meta ma quello che conta è il viaggio arricchente che stiamo facendo. Forse alla fine diventeremo migliori.

In un certo  senso non importa dove arriveremo ma il viaggio che stiamo facendo.

NOSTOS: nella letteratura greca antica, riguarda un eroe epico che torna a casa via mare. Nella società greca antica, era considerato un alto livello di eroismo o grandezza per coloro che riuscivano a tornare

Il ritorno non riguarda solo il ritorno a casa fisicamente, ma anche il mantenimento di determinati stati e la conservazione della propria identità all’arrivo.

Quando tutto sarà finito e   potremo tornare alla normalità, ognuno si confronterà con il proprio “nostos”, ritorno, e tanti e diversi saranno i “nostoi”.

A QUESTO PUNTO IL PENSIERO CORRE A KAVAFIS E ALLA SUA COMPOSIZIONE “ITACA”, ALL’EROE ULISSE-ODISSEO, AL SUO NOSTOS

Ulisse

Itaca è una delle poesie più famose di Konstantinos Petrou Kavafis, dove ripercorre il mito di Ulisse, obbliga a domande esistenziali per dare un senso all’esperienza di vita.  Itaca è la meta ultima, dove tutto finisce, ma anche la vita cioè il viaggio che ad essa porta. Pur avendo presente come tutto andrà a finire, occorre vivere con pienezza ogni momento del percorso, sapendo di scoprire infine la ricchezza della vita già avuta.

Allora potremo realizzare la ricchezza del viaggio intrapreso, del percorso   compiuto, e dire che se ne era valsa la pena.

Itaca

di Konstantinos Kavafis


Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti (finalmente e con che gioia)
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


 

Kavafis


Konstantinos Kavafis (Costantino Kavafis) (1863 – 1933) è stato un poeta e giornalista greco che visse la maggiorparte della sua vita a Alessandria d’Egitto. Pubblicò 154 poesia, le più importanti delle quali scritte dopo i quarant’anni d’età. Itaca è una delle più famose ed è dedicata a chi nella vita ha una meta da raggiungere.
Oggi è considerato uno dei più grandi poeti greci.


 [