«C’era una volta un piccolo principe che viveva su di un pianeta poco più grande di lui, e che aveva bisogno di un amico…»
Il 6 aprile del 1943, la Reynal & Hitchcock pubblicava a New York Il piccolo principe, il racconto poetico e più conosciuto della produzione letteraria di Antoine de Saint-Exupéry.
Un pilota di aerei precipita nel deserto del Sahara dove incontra un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora. Il pilota inizia a disegnare, ma il bambino pare non gradire mai, finché non viene disegnata una scatola, dentro la quale, spiega il pilota, ci sta la pecora.
E’ questo l’inizio della loro amicizia.
<<Tu da dove vieni, ometto mio? Dov’è “casa tua”? Dove porterai la mia pecora?>>
Il piccolo principe proveniva da un asteroide chiamato B-612, visto solo una volta nel 1909, da un astronomo turco e sul quale il bambino ci viveva da solo con tre vulcani, tra cui uno inattivo e la sua amica rosa.
«Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.»
«È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante.»
Il piccolo principe, in ogni capitolo del libro, racconta l’incontro avuto con i vari personaggi conosciuti sui diversi pianeti e dell’insegnamento che da loro ha appreso, ma questi incontri non sono altro che delle allegorie della società moderna e contemporanea. Giunto sul pianeta Terra, il piccolo principe ne resta stupito per la sua grandezza e popolazione ed è qui che incontra anche un serpente dal “dono” speciale, quello di portare le persone molto lontano e una volpe, che gli chiede di essere addomesticata così da poter diventare sua amica.
«Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. »
Ma il piccolo principe, un bambino entrato in contatto con il mondo degli adulti, inizia ad avere nostalgia di casa sua e chiede al serpente di aiutarlo a tornare sul suo asteroide.
«Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.»
«Mi domando, – disse, – se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.»
E’ un viaggio fantastico ma che conduce nel mondo reale, con temi complessi e profondi, quale il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia.
«Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. »