Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la personalità eccezionale di una talentuosa scrittrice e attrice di teatro, Franca Rame, di cui proprio il 29 maggio ricorre l’8° anniversario della morte, avvenuta nel 2013.
Franca Rame era una donna colta, curiosa, coraggiosa, impegnata, insieme al marito Dario Fo, in tutte le battaglie che riguardassero la difesa della persona nella sua interezza e proprio per tale ragione fu oltraggiata da un crimine turpe e odioso: lo stupro. L’esperienza traumatica segnò profondamente l’artista e la sua famiglia, ma non la ridusse all’impotenza e al silenzio, come forse si aspettavano i suoi carnefici; anzi divenne strumento potentissimo di denuncia della violenza politica e di genere in un celeberrimo monologo, intitolato appunto “Lo stupro”, che Franca Rame con eroismo recitava in molteplici teatri, raccontando l’abisso di dolore e umiliazione che subisce la persona abusata. Lo stupro è ancora più intollerabile quando viene usato come forma di rappresaglia contro l’oppositore politico, per annientarne volontà e coscienza. I colpevoli del vile atto di violenza non saldarono mai il proprio debito con la giustizia, ma Franca Rame non tacque e continuò a lottare per la parità di genere per la tolleranza, l’equità sociale per una società più tollerante e solidale.
Il suo amore per il teatro era immenso e derivava dall’appartenenza a una famiglia di antiche tradizioni drammaturgiche.
“[…] “recitare” significa tradurre con gesti e parole la scrittura, convincere usando il minimo dei mezzi, sia vocali che gestuali, non strafare, evitare gli effetti facili e soprattutto comunicare.(…) accetto di essere classificata “attrice”, ma con l’aggiunta di qualche altra definizione. Nella compagnia in cui sono nata e cresciuta ho imparato tutto quello che può servire per fare questo mestiere, dal restaurare un costume a calare un fondale”. (Franca Rame – Dario Fo, Una vita all’improvvisa, Guanda, Parma, 2009, p. 109)
Il palcoscenico è la forma di espressione più vera e finta che esista: lo specchio di fantasmagorie e facezie o di marciume inesauribile.
Franca Rame non smise mai di rappresentare la complessità del reale nelle sue contraddizioni, aberrazioni, miserie e illusioni, senza mai indulgere al patetico.
Il suo sguardo ironico e dolente sul mondo continua a mancarci tantissimo.
Il CNDDU ritiene necessario aprire un dibattito sulla parità di genere per accertare la percezione delle studentesse e degli studenti circa il conseguimento reale di uguali opportunità di lavoro, espressione, considerazione sociale tra i sessi. L’hashtag che vogliamo lanciare per la giornata di domani è #pariodispari
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